da "LONG RANGE ITALIA"

In questa Sezione verranno trattati argomenti inerenti la legislazione in materia di armi ed esplosivi e qualche 'consiglio prudenziale' per poter dormire più tranquilli.

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Messaggioda gimmy » gio 3 mag 2012, 7:38

Long Range Italia a.s.d.

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LA DETENZIONE DELLE MUNIZIONI

In più occasioni ci sono stati indirizzati quesiti circa le modalità di detenzione delle munizioni. La materia, recentemente modifica dal Decreto Legislativo n. 204 del 2010 (ossia il recepimento della Direttiva Comunitaria 2008/51/CE), evidentemente non è ben chiara e, quindi, pensiamo di fare cosa gradita tornando sull’argomento per dare maggiori spiegazioni sulle norme che disciplinano le procedure di acquisto, denuncia e detenzione delle munizioni.

In premessa bisogna ricordare che le munizioni per le armi da fuoco sono classificate tra gli esplosivi di I^ Categoria di cui all’Allegato A del Regolamento del TULPS (mentre le cartucce da segnalazione o quelle per uso tecnico rientrano tra i prodotti di IV^ Categoria). Pertanto, le modalità di acquisto sono quelle stabilite, in via generale per tutti i prodotti esplodenti, dall’articolo 55 del Testo Unico delle Leggi di P.S.; quindi, per poter acquistare cartucce occorre essere in possesso di un idoneo titolo di acquisto, ossia un porto d’armi o un Nulla Osta all’acquisto.

Pertanto, in ottemperanza a quanto stabilito dall’articolo 38 del TULPS, è obbligatorio denunciare il possesso di munizioni entro le 72 ore successive al momento dell’acquisto o della loro produzione domestica; al riguardo, è opportuno precisare che le munizioni detenibili possono essere acquistate solo presso un’armeria o realizzate previa ricarica. Infatti, mentre la legge consente la cessione tra privati delle armi o il loro comodato (art. 22 della 110 del 1975) non prevede la stessa possibilità per le munizioni. Inoltre, chi detiene polvere da caricamento, potrà utilizzarla per ricaricare delle munizioni e, quindi, dovrà successivamente denunciarle. Ad onor del vero, bisogna dire che una circolare del Ministero dell’Interno ha consentito l’attività di ricarica, ma essa era riferita alle munizioni che venivano acquistate in armeria, sparate e, quindi, successivamente ricaricate. Realizzare le proprie munizioni partendo dall’acquisto delle sole componenti della cartuccia potrebbe essere intesa come attività di “fabbricazione”. In alcuni casi, tuttavia, l’attività di ricarica è una effettiva necessità, quando cioè si ha bisogno di avere a disposizione munizioni che sono introvabili sul mercato (tutte le cartucce a polvere nera o quelle di nuova introduzione non ancora prodotte a livello industriale). Chi acquista munizioni, pertanto, le dovrà denunciare allegando alla propria comunicazione la ricevuta (o modello 38 PS) rilasciata dall’armeria, mentre una denuncia di munizioni prodotte ex-novo a seguito di ricarica potrà farla solo chi aveva già denunciato il possesso di polvere da sparo. Se, invece, si ricaricano cartucce già acquistate in armeria e denunciate, non ci sarà bisogno di procedere alla loro denuncia, trattandosi, come vedremo, di una ipotesi di reintegro.

Sono esentati dall’obbligo di denunciare il possesso delle munizioni (così come delle armi) alcuni soggetti, quali quelli elencati dall’art. 73 del Regolamento del TULPS, i poligoni del T.S.N. ed i musei pubblici.

Denunciare le munizioni significa comunicare all’autorità di P.S. il numero e la specie delle cartucce possedute, ossia il loro calibro; nessuna norma o circolare ministeriale impone di indicare la marca delle stesse, anche se l’articolo 58 del Regolamento del TULPS, laddove stabilisce che nella denuncia vanno indicate le “caratteristiche” delle armi e delle munizioni possedute potrebbe essere interpretato in tal senso. Questa possibile interpretazione restrittiva, come vedremo, non collima con quanto previsto da una recente circolare ministeriale che avremo in seguito occasione di esaminare.

Lo stesso articolo del Regolamento sopra citato, impone anche di comunicare ogni variazione nel numero e nella specie delle armi e munizioni possedute.

Questa norma, tuttavia, deve oggi essere interpretata alla luce di quanto è stato previsto con la circolare ministeriale di cui abbiamo sopra accennato, ovvero la n. 557/PAS.10611-10171.(1) del 7 agosto 2006 (il cui testo integrale potete leggere nella raccolta pubblicata su questo sito). La predetta circolare, alla luce anche di quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione, si è espressa in merito alla corretta interpretazione da dare all’articolo 58 del Regolamento. Per il Ministero dell’Interno, laddove la norma citata prevede che debba essere comunicata all’Autorità di P.S. ogni variazione delle armi, munizioni ed esplosivi detenuti, per quanto riguarda le cartucce, questa affermazione va riferita esclusivamente all’aumento del numero di quelle detenute. Non sussiste, quindi, l’obbligo di comunicare le variazioni in diminuzione delle munizioni già denunciate, così come non dovrà essere denunciata la successiva acquisizione di ulteriori munizioni acquistate o ricaricate per reintegrare quelle consumate. Pertanto, se non è necessario comunicare il successivo acquisto di cartucce necessarie a reintegrare quelle consumate, appare illogico pensare che si debba indicare in denuncia la loro marca e tipo, perché questo dato diventerà superfluo nel momento che le munizioni verranno consumate e poi reintegrate, in quanto non si può pretendere che il soggetto che ha fatto la denuncia sia costretto ad acquistare sempre lo stesso tipo di cartucce (che nel frattempo potrebbero anche non essere più reperibili sul mercato).

Nella denuncia deve essere indicato il luogo in cui le munizioni, così come le armi, saranno detenute. Questo luogo non deve necessariamente coincidere con quello di residenza del possessore. Il terzo comma dell’art. 58 del Regolamento del TULPS, infatti, impone di comunicare il luogo (allora nel Regno) dove le armi e le munizioni si trovano. La possibilità di detenere armi e munizioni in luoghi diversi dall’abitazione è espressamente prevista dall’articolo 52 del Codice Penale. Si tratta della norma che prevede la scriminante della “Difesa Legittima”, nella quale si afferma espressamente che possono essere usate a tale scopo le armi legittimamente detenute nella dimora o sui luoghi di lavoro (negozio, ufficio, officina, laboratorio, studio ecc…). La Cassazione ha sancito, quale unico vincolo per colui che denuncia armi (e, quindi, anche munizioni), l’esistenza di una diretta correlazione tra luogo scelto per la custodia e possessore, ossia che il soggetto detentore abbia la piena disponibilità del luogo scelto per custodirle. Ciò in quanto, se l’Autorità di P.S. dovesse decidere di effettuare un controllo sulle armi e le munizioni detenute, dovrebbe sempre essere posta nella condizione di farlo.

Inoltre, in base a quanto previsto dall’articolo 26 della legge 110 del 1975, non si ha l’obbligo di denunciare la detenzione di munizionamento spezzato caricato a “pallini”, se non eccedente il quantitativo di 1000 pezzi. Ciò significa che, se si detengono 1200 cartucce da caccia, di cui 900 costituite da munizioni a pallini, si avrà l’obbligo di denunciare solo le 300 cartucce diverse. Questo, però, non significa che le munizioni a pallini non denunciate non debbono essere conteggiate nel numero totale di cartucce detenibili. Semmai, può suscitare dubbi l’interpretazione del termine “a pallini” usato dal legislatore. La norma, infatti, non chiarisce (né lo ha mai fatto alcuna circolare ministeriale) cosa si debba intendere per pallini. Personalmente non mi sento di condividere l’opinione in base alla quale, in assenza di una specifica tecnica, si debba estendere l’esenzione prevista dal citato articolo 26 a tutte le munizioni spezzate da caccia. Se così fosse, il legislatore non avrebbe utilizzato nel testo il termine “pallini”, a mio avviso, invece, utilizzato proprio per far capire che da questa agevolazione rimangono escluse le cartucce caricate a pallettoni. Il vero dilemma al riguardo è, semmai, capire quando una sfera di piombo cessa di essere un pallino e diventa un pallettone. Per dirimere questo dubbio, ci possono aiutare i cataloghi commerciali delle varie aziende che producono munizioni spezzate. Sui loro cataloghi le varie ditte del settore indicano come cartucce a pallettoni quelle caricate con sfere aventi diametro pari o superiore ad una misura variabile tra i 4,5 ed i 5,5 mm (le numerazioni con le quali si indicano queste cartucce variano a seconda che le aziende adottino la scala europea o quella statunitense). Per non incorrere in inutili rischi con la legge (che significherebbero sospensione immediata del porto d’armi), consiglio di denunciare sempre tutte le munizioni possedute, anche se ritenute a pallini.

Per concludere, ricordiamo quali sono i limiti detentivi delle munizioni, stabiliti dall’art. 97 del Regolamento del TULPS, anch’esso modificato dal Decreto Legislativo 204 del 2010.

Un possessore di licenza di porto d’armi (di qualsiasi tipo) o coloro che possono portare armi in virtù della loro qualità permanente, possono detenere 200 cartucce da pistola e 1500 cartucce da caccia. A tal proposito è opportuno ricordare che, dal 1° luglio 2011, ossia con l’entrata in vigore del D.to L.vo 204/2010, sono considerate da caccia tutte le munizioni il cui calibro sia non inferiore ai 5,6 mm; è superato, quindi, il riferimento alla lunghezza del bossolo non inferiore ai 40 mm, che continua a figurare nell’art. 13 della legge 157 del 1992, ma trattandosi di norma precedente, deve ritenersi ormai implicitamente abrogata da una norma successiva nel tempo. Lo stesso decreto, tuttavia, ha stabilito che di cartucce da caccia, ma in calibro da pistola, se ne possano detenere solo 200. Ciò significa che, delle 1500 cartucce da caccia che potrò detenere, solo 200 potranno essere da pistola. Per intenderci, quindi, se possiedo una pistola in cal. 357 magnum ed una carabina dello stesso calibro, potrò detenere complessive 400 cartucce in quel calibro ed altre 1300 nei calibri tipici da fucile, sia a canna liscia che rigata. Unica difficoltà interpretativa della nuova normativa è rappresentata dalla mancanza di una definizione della munizione da pistola; ad esempio, ci sono cartucce che sono nate per essere usate su carabine, ma che poi hanno trovato un maggior impiego nelle pistole (tipo il 45 L.C.) o cartucce che, seppur di piccole dimensioni, sono tipicamente da carabina (vedasi il 30 M1).

Infine, coloro che abbiano ottenuto la licenza di deposito munizioni prevista dall’art. 51 del TULPS, possono detenere ulteriori 1500 cartucce da pistola. In questo caso, gli abilitati potranno detenere 1700 cartucce da pistola (ossia le 200 previste dall’art. 97 del Reg. TULPS alle quali vanno a sommarsi le 1500 consentite dalla licenza di deposito); se si considera poi che anche tra quelle da caccia vi possono essere 200 cartucce da pistola, si arriva ad un totale di 1900 cartucce in calibro per arma corta complessivamente detenibili. Di queste, però, ne potranno essere trasportate non più di 600 contemporaneamente. La licenza di deposito è stata introdotta e disciplinata da tre distinte circolari ministeriali, i cui testi potete trovare nell’area giuridica del sito.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda tiropratico com » ven 4 mag 2012, 11:04

Ci sono due errori:
se possiedi un fucile e una pistola in cal. 357 o 9x21 o 45acp, comunque in un calibro da pistola, puoi detenere solo 200 cartucce e non 400 come indicato, per cui il computo totale delle munizioni detenute è 1500 se hai anche 1300 cartucce per caccia. Il totale non può mai superare 1500 in quanto al di sopra di tale quantità si deve avere licenza di deposito.

Per le munizioni per pistola, ricordiamo che alcune (ad es. il .44 Mag.) in taluni Stati vengono prodotte munizioni di tipo "pistol" e "rifle" la stessa dicitura è riportata sulle confezioni, in questo caso mentre si possono detenere 200 munizioni di tipo "pistol", se ne posono tenere fino a 1500 di tirpo "rifle", perchè prodotte espressamente per carabina e non adatte, anzi, sconsigliate nell'uso in revolver o pistola.

Infine: non si possono detenere 1900 cartucce ma solamente 1500 in ogni caso, la licenza per agonisti (non di deposito come è stata erroneamente chiamata) permette di detenere un maggiore quantitativo di cartucce da pistola in rapporto a quelle per caccia ma la somma non può mai superare le 1500 unità dato che per superare questo quantitativo si deve fare richiesta di licenza (al Prefetto) di deposito munizioni (come le armerie), cosa che però richiede interventi di sicurezza come per le collezioni.

Nel sito http://www.tiropratico.com sono riportate le norme e le circolari sull'argomento
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda peuxxxx » ven 4 mag 2012, 19:15

Che mi risulti, se quanto sopra non è una libera ed opinabile riduzione od interpretazione operata da Long Range: le norme vigenti continuano a distinguere le munizioni da caccia per fucili ad anima liscia in due categorie, spezzate ed a palla. A riprova, l’amico Zingarelli informa che ‘spezzato’ sta per “ridotto in due o più pezzi”, come dire pallini e pallettoni, indipendentemente da numerazione convenzionale e diametri.
Inoltre, mi sembra di capire che in fatto di obblighi di denunzia, il caricatore domestico di munizioni a pallini venga assimilato, tout court, all’omologo di palle per pistola o carabina. Sulla scia di quale cervellotico busillis, forse quello che imporrebbe la denunzia dei presunti ‘non spezzati’ pallettoni (o palle)?
Non posso non chiedermi perché questa debba costantemente riconfermarsi la nazione del sofisma a tutti i costi, del cervellonismo da bancarella, della caccia alle streghe d’Halloween.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda tiropratico com » lun 7 mag 2012, 9:07

Che le Questure, nell'Italia frammentata, facciano un po' come meglio credono appoggiate dalle norme anti criminalità emanate nei rimi anni del 2000 è cosa risaputa ed è risaputo che molti dirigenti considerano le cartucce a pallettoni alla stregua di cartucce a palla e quindi ne richiedano la denuncia.
Si è oltremodo costretti ad adeguarsi salvo fare lunghi e costosi ricorsi al TAR, ma come immaginate ciò non conviene certo per una manciata di cartucce.

Sfortunatamente se pur la dove la legge non vieti e quindi ciò sia permesso, alcuni Dirigenti ritengono che la dove la legge non vieti ciò non vuol dire per forza che sia permesso e applicano quindi le loro disposizioni con la scusante della "sicurezza pubblica", si hanno quindi sullo stesso territorio Italiano luoghi dove detenzione e denuncia delle munizioni viene limitata dal Questore al di la delle norme vigenti. Ecco che spesso in alcune Provincie sia limitato l'acquisto delle munizioni, sia obbligatoria la denuncia delle munizioni a pallettoni, sia limitato l'acquisto delle armi...

La guerra è già persa visto che una norma anti criminalità permette tutto questo.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda peuxxxx » mar 8 mag 2012, 18:02

Pare non sia dato sapere chi è l’autore delle righe di Long Range Italia, né a cosa esattamente mirasse. Non amo i misteri(x.
Se il fine era quello d’informare, forse sarebbe stato opportuno citare leggi ed articoli, con contorno di commenti esplicativi.
Se si trattava di rendere propri personali punti di vista su norme e circolari, sarebbe stato doveroso significarlo chiaramente.
A buon intenditore: era ancora fresca di stampa sulla G.U. la L. 110/75, quando fu arrestato un brigatista rosso trovato in possesso d’un lanciamissili terra-aria (arma che pare non gradisca munizionamento spezzato).
Secondo un tale Edoardo Mori, le circolari non possono scavalcare le leggi. Di «questo Paese», non mi sento affatto suddito ma, cittadino. Quando e se qualcuno ‘al servizio dello Stato’ (del cittadino), dovesse imputarmi il possesso “abusivo” od “illecito” di cartucce a pallettoni, vedremmo quanto e se suonerebbero le sue trombe, quanto e come le mie tignose campane. Un vecchio detto dei nostri antenati contadini, recita “dove c’è gusto non c’è perdenza”.
Forse, se i sedicenti rappresentanti ed/o tutori dei diritti di questa o quella categoria si prendessero ve.ra.men.te qualche briga, forse le autorità sarebbero meno sbrigative e più attente, forse. Forse, perché è più semplice zittire od intimidire un individuo che una piccola e magari anche attrezzata, organizzazione; forse. A proposito di munizioni e quantità: se un certo sig. Bruno Biscuso, in combutta col menzionato Edoardo Mori, non si fosse preso brighe che competerebbero a ben altri soggetti, sarebbe passata per legge di «questo Paese» una pernacchia spray ai tiratori, soggetti notoriamente poco raccomandabili. E se un certo avvocato leccese non avesse promosso solidi ricorsi, esse, oggi denunzieremmo ancora le armi in carta bollata (vero, Bruno?). Questi, sono fatti, tridimensionali, dei quali siamo debitori non a sudditi, ma a veri Cittadini. Altro che elucubrare su leggi, circolari e questure!
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda tiropratico com » mer 9 mag 2012, 10:05

Tutto "santo" e vero.
Il reale problema è, la dove, chi accusato di detenzione illecita di munizioni (che dir si voglia) per avere ragione deve sborsar fior di quattrini e dopo anni vedersi dare ragione con una pacca sulla spalla. Va per voi che guadagnate 4...5000 euro mese ma per chi come me, guadagna solo 900..1000 euro ?? Chi mi rimborserebbe delle spese tolte al quotidiano familiare ??

A quando una norma che impone il risarcimento per comportamento errato dei dirigenti pubblici ??

La paura non è quella di essere denunciato per avere tre cartucce a pallettoni non denunciate, (so fin da subito di aver ragione), la paura è che tra "corsi e ricorsi" probabilmente una denuncia del genere verrebbe a costarmi 3...5000 euro e se avessi 5000 euro mi cambierei la vespa, che la mia non ce la fa piu' !!! Per non parlare delle licenze e le armi sequestrate e carte bollate da spendere per riavere tutto in dietro....

Questo è uno dei motivi per cui pochi si espongono veramente, per gli altri la sola soluzione è adattarsi alla minor spesa.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda peuxxxx » mer 9 mag 2012, 10:51

Dirò di più.
Dov’erano le associazioni venatorie (Federcaccia in testa), UITS e compagnia sparante, quando l’allora presidente della sez. provinciale FIDC di Lecce s’attivò per vedersi riconoscere la giustezza della denunzia delle armi in carta semplice? Dopo decenni di colpevole (ed, ignorante!) acquiescenza di quanti di doverissimo?
Di quale apporto hanno fruito o stanno fruendo Bruno Biscuso ed Edoardo Mori, da UITS & Co.?
Perché lo sfregio dell’attraversamento problematico del Parco dell’Alta Murgia non solletica nessuno???
Intorno al 1986, se ben ricordo, in Puglia abbiamo rischiato di poter esercitare l’attività venatoria con fucili a non più di due colpi. A muoversi concretamente, che mi risulti di persona, fu la Franchi SpA. Dov’erano i nostri “sindacati”, le meravigliose AA. VV.?
Altro detto della nostra civiltà contadina, sostiene che per lavorare e bene, la mula dev’essere a mezza panza, non satolla. Perché non suoniamo la sveglia alle ipertrofiche associazioni, unioni, federazioni mammasantissima di «questo Paese»? O debbo sentirmi legittimato a sospettare che gatta ci covi.i.i???
peuxxxx
 

Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda JK6 » mer 9 mag 2012, 23:23

Noto con un certo piacere che l'ascesa dei salmonidi è....... ripresa! :lol: (scusate l'O.T., ma qualcuno doveva...intendere!)
Sonon fermamente convinto che il diritto di ogni cittadino sia sacro e non debba essere calpestato con strafottenza, pignoleria e zelo fuori luogo, ma non so dare neanche torto all'amico tiropratico sulla questione economica a difesa dei propri diritti.
Ritengo che il Peu abbia centrato il problema, chiamando in causa i nostri "sindacatrti", o supposti(e) tali, costutiti daille AA. VV. di qualsiasi sigla e denominazione dir si voglia, che dovrebbero tutelare come "rappresentanti di categoria" i loro associati, ma qiesti, purtroppo, hanno in menmte solo la gestione delle tessere sulle quali vivono e nient'altro!
Speriamo che il domani sia migliore dell'oggi,......sperom!
Ad maiora.
Pippo
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Messaggioda JK6 » mer 9 mag 2012, 23:29

Scusate gli errori, ma non mi consente di correggere! :evil:
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda peuxxxx » gio 10 mag 2012, 7:57

Avvolte i salmoni sono costretti a risalire, magari per rimarcare le pur macroscopiche differenze dai silenti salamoni.
A scanso d’equivoci e di benpensanti a tutti i costi, provo a tradurre.
Odio il pecoronismo supino, il volemose bene alla democristiana, la diploma zia (ipocrisia), il basta che ce sta ‘o sole. Mi riferisco a coloro che possono e, soprattutto, devono, fare qualcosa di positivo e costruttivo. Troppo spesso siamo vittime di funzionari ed addetti i quali, troppo disinvoltamente antepongono le loro personalissime interpretazioni, al servizio che è chiesto (imposto) loro di rendere al cittadino di qualsivoglia colore o schieramento. Fra l’altro: chi insegnerà un pò di senso civico al dipendente del Parco che accoglie con manifesta ostilità i cittadini cacciatori i quali, ossequiosi delle norme vigenti, chiedono d’essere assistiti nella domanda d’attraversamento delle zone sotto tutela? Ma, perchè gestione e digestione dei parchi dev'essere appannaggio esclusivo di quei compagni di cordata???
Da quando la mala ed i terroristi dichiarano le munizioni “singole” a pallettoni (macroscopica negazione tutta italiota delle leggi ufficiali vigenti)? Dato che manca solo quello, perché non si ha l’ardire d’impedire alle armerie la vendita d’armi e munizioni, per combattere la criminalità? Chi, veramente, s’illude di darla a bere, a chi?
Altr’’ove sono stato fumo negli occhi per aver cantato analoghe litanie, quando si correva il rischio di non poter più curare il caricamento casalingo. Qualcuno promosse una velleitaria quanto palesemente ingannevole raccolta di firme ma, nessuno additò e chiamò ad onorare le loro responsabilità morali le varie ponziopilatesche associazioni, federazioni, unioni. Da perfetto rompiscatole non tifoso, non al guinzaglio di ‘chicche e sia’, uso a vedere il re nudo, lanciai la proposta provocatoria di non versare più un cent per rinnovi di porti d’arma, permessi di caccia, assicurazioni, per almeno un anno; allora sì, che “qualcuuuno” sarebbe stato costretto a smaltire un po’ di panza e, provare, a salvare almeno la faccia! Altro che cartoline e raccolte di firme, altro che assemblee annue dei vertici nazionali per concordare come investire le …cifrette, versate dai “fedeli” di tutto «questo Paese».
Avete mai assistito alle pietose performances di quei signori in TV? Eppure, la massa dei beoti, genuflessi a prescindere, ne ha sempre cantato le lodi. Dove sono i nostri stupenderfull* rappresentanti, quando: in Campania si propone un calendario venatorio pressochè anticaccia; in Puglia, dopo altre capotiche pensate, si prevede la chiusura della caccia al tordo al 31 Dicembre; s’è rischiato di poter fare lo spollo solo dopo le ore 09.00 (…) per non importunare i panzoni capoccia provinciali beccacciai; si eliminano gli ambiti di caccia per favorire orde d’invasori a tappeto (proprio così) delle zone più appetite (secondo qualche malalingua a fini sospettissimamente elettorali)??? Per non dire altro.
Ed allora, se non siamo capaci di rinunziare all’uovo oggi per la gallina di domani, ben ci sta tutto quanto sopra, ben ci sta ogni sermoncino ad usum delphini.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Andrea (PE) » gio 10 mag 2012, 14:21

Altezza unmetroesettantasette...peso ottantasettechili...quindi credo di avere il "titolo" di SALAMONE per poter intervenire... :mrgreen:
Come possiamo illuderci di poter svolgere,in questo paese, la nostra passione con delle norme giuste e sobrie.....quando si continua a morire in pronto soccorso dopo ore ed ore di attesa....
Verissimo Peu quando asserisci che siamo vittime dell'arroganza e dell'incompetenza, ciò non toglie che venderò cara la pelle,il cappello rimarrà sul mio capo al cospetto del "potente"....,la mia dignità sarà assai cara... fino alla fine dei miei giorni,e quando arriverà l'oste con il conto,sarò felice e fiero di credere che 'la terra mi sia lieve'....
Ciao

Andrea


L' uomo più saggio non è colui che sà....ma chi sà di NON sapere.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Ettore Sabbadini » gio 10 mag 2012, 20:06

Signori Vi richiamo alla realtà!!! questo popolo ha in bruno vespa (asiol in dialetto...o martinel come direbbe JK6) il maggior scrittore contemporaneo; Il maggior statista ( più di Benito Mussolini a suo dire..) un pappone di quarta segata strafatto di..viagra e cerume vario!
1 + 1 a casa mia fà ancora 2!
Con affetto Ettore
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Bruno Biscuso » gio 10 mag 2012, 21:32

Ettore Sabbadini ha scritto:Signori Vi richiamo alla realtà!!! questo popolo ha in bruno vespa (asiol in dialetto...o martinel come direbbe JK6) il maggior scrittore contemporaneo; Il maggior statista ( più di Benito Mussolini a suo dire..) un pappone di quarta segata strafatto di..viagra e cerume vario!
1 + 1 a casa mia fà ancora 2!
Con affetto Ettore

Forse sarebbe bene aprire una Sezione di 'commento politico' su cosa sta accadendo nel nostro settore ed all'economia italiana. Forse... è il momento di esternare il diritto di cittadinanza di questo amato 'stivale'.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda tiropratico com » ven 11 mag 2012, 8:41

Bruno Biscuso ha scritto:
Ettore Sabbadini ha scritto:Signori Vi richiamo alla realtà!!! questo popolo ha in bruno vespa (asiol in dialetto...o martinel come direbbe JK6) il maggior scrittore contemporaneo; Il maggior statista ( più di Benito Mussolini a suo dire..) un pappone di quarta segata strafatto di..viagra e cerume vario!
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Con affetto Ettore

Forse sarebbe bene aprire una Sezione di 'commento politico' su cosa sta accadendo nel nostro settore ed all'economia italiana. Forse... è il momento di esternare il diritto di cittadinanza di questo amato 'stivale'.



Ci sarebbe già: "parlando del piu' e del meno" ....... piuttosto: non dovrebbe essere moderato ?
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Ettore Sabbadini » ven 11 mag 2012, 10:54

mah, secondo me ci può stare un sfogo...però sempre a seguito di un argomento di Nostro Interesse. Andare sullo specifico politico non è, a mio parere, nelle finalità di questo forum.
Ciao Ettore
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Staff » sab 12 mag 2012, 7:59

Le segnalazioni devono essere trattate esclusivamente nell'area riservata.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda peuxxxx » sab 12 mag 2012, 20:39

Secondo i pensatori raffinati, già l’esprimere un parere è atto politico. Moderare, dunque, equivarrebbe a far politica.
Avessi solo lontanamente sospettato che rispondendo al tema “La detenzione di munizioni” avrei alimentato una discussione politica, sarei rimasto in apnea in coda alla murena.
I nostri antenati contadini: più vai verso nord, più calabresi incontri.
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Bruno Biscuso » sab 12 mag 2012, 22:03

peuceta ha scritto:Secondo i pensatori raffinati, già l’esprimere un parere è atto politico. Moderare, dunque, equivarrebbe a far politica.
Avessi solo lontanamente sospettato che rispondendo al tema “La detenzione di munizioni” avrei alimentato una discussione politica, sarei rimasto in apnea in coda alla murena.
I nostri antenati contadini: più vai verso nord, più calabresi incontri.

Caro Amico,
quì credo sia concesso a tutti di esprimere liberamente il proprio pensiero, e quando non è compreso richiederne il 'perchè'.
Anche avessi 'alimentato' una discussione politica sul tema, resterebbe pertinente ai nostri scopi: il capire il perchè delle azioni politiche.
Pertanto, nel frattempo, restiamo tutti attaccati alla coda della murena.
Cordialità
Bruno
"la Libertà è reale dove è possibile esprimersi senza censure, chiunque dovesse impedirla o porre limiti al pensiero altrui commette un delitto di estrema gravità. L'autoritarismo e le dittature non consentono il propagarsi delle idee e degli scritti." BBG
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Re: da "LONG RANGE ITALIA"

Messaggioda Bruno Biscuso » lun 14 mag 2012, 9:54

L'argomento è stato chiarito nella Sezione dedicata. Andrea aveva colto l'Off Topic.
Per quanto mi riguarda il 3D è concluso.
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