Giovarica ha scritto:Buon giorno,
dopo mesi di ricerche e letture su vari siti e forum (maggior parte forum USA) e dopo una "sperimentazione" di pezzi di acciaio di poco valore, ho provato a fare per la prima volta la brunitura con il vecchio metodo "slow rust bluing" ad un revolver S&W 28-2, meccanicamente perfetto ma vissuto nella sua estetica: segni di porto e brunitura originale piuttosto usurata.
Ho utilizzato la ricetta SWISS ARMOURY, e con tanta pazienza e ben 10 cicli ho terminato con risultati (per il mio livello) direi soddisfacenti.
Ho cercato di limitare al massimo la pulizia iniziale della vecchia brunitura, per evitare di togliere l' originalità alle forme dell' arma per cui in alcune parti sono rimasti lievi segni di vecchio pitting. La nuova brunitura è bella satinata, nera e profonda. Osservata con una potente lente so possono osservare i microcristalli di magnetite.
Giovarica ha scritto:Signor Biscuso,
premetto che non sono per nulla un esperto in materia di armi e tanto meno in bruniture, per cui il mio scopo principale è stato quelli di EVITARE DANNI. La brunitura "acida" o Slow Rust Bluing mi ha affascinato dopo ever scoperto che è una tecnica piuttosto valida, di fine 800, abbandonata quasi del tutto verso gli anni40 in quanto troppo laboriosa. Secondo le mie letture questa brunitura da risultati estetici non superiori alle moderne bruniture caustiche a caldo ma la sua resistenza e capacità protettiva dovrebbe (se fatta bene) essere ben superiore. Se non erro i mauser tedeschi venivano trattati con questo metodo fino agli anni 30 per poi passare ai moderni metodi di brunitura a caldo.
Detto questo, prima di iniziare ogni tentativo, mi sono procurato e letto il libro Firearm Blueing and Browning scritto nel 1936 da ANGIER, un esperto armaiolo; questo libro viene considerato unico nel suo genere in quando pare sia l' unico testo esistente che descrive questo processo. Purtroppo, essendo stato scritto nel 1936, parecchie ricette di soluzioni ossidanti fanno uso di composti al mercurio o arsenico (quelle che danno quel bel colore tonalità melanzana). Ovvio che con tali sostanza, a parte il problema della reperibilità, è meglio non provarci e starci lontano.
Di seguito ho quindi "navigato" in parecchi forum simili a questo, ove armaioli ed appassionati si cimentavano a praticare questo tipo di brunitura e pertanto ho cercato di carpire svariati piccoli trucchetti e metodi per migliorare la tecnica.
Con l' aiuto di un armaiolo sudafricano, ho scelto una soluzione ossidante (c.d. Federal Swiss Armoury) facile da usare e con la caratteristica di essere piuttosto poco aggressiva e quindi ideale per un neofita come me. Ho quindi iniziato alcune prove su vari tipi di acciaio più o meno legati ed ho subito incontrato i primi problemi: strane striature, non uniformità, macchie color ramato, regressioni della tonalità ed altro. Insomma mi sono reso conto che non avevo appreso per nulla la giusta tecnica e che quindi dovevo migliorare le mie conoscenze ancora un po. Ripreso a "viaggiare" sui vari forum, ho scoperto che i vari problemi che avevo incontrato durante i miei test erano in comune con tutti i principianti che si accingevano a trattare armi con questa tecnica di Slow Rust Bluing. Per cui, dopo un po di serate passate al PC, ho compreso gli errori e scoperto le giuste tecniche per evitare i precedenti inconvenienti. Ad esempio le striature color rame erano causate dai ripetuti passassi e strofinamenti da non fare in fase di applicazione della soluzione. La regressione della tonalità è causata da una applicazione troppo abbondante della soluzione. Insomma ho dovuto imparare ad evitare un bel po di errori che avevo commesso.
Ho quindi deciso di trattare un' arma vera ed ho scelto di farlo su un vecchio revolver, meccanicamente perfetto, ma che aveva trascorso parecchi anni dentro la fondina di una guardia giurata, per cui la brunitura originale era veramente vissuta. Con molta cautela e tanta pazienza ho applicato alla lettera tutto ciò che avevo appreso. Circa 15 giorni di lavoro, un po di fortuna, ma devo dire che il risultato finale è stato (per il mio livello) molto soddisfacente. Prossimamente ho intenzione di provare a farlo su un arma lunga.
Cosa ho fatto nei 10 cicli di trattamento? Tutto quello che ho fatto l' ho riportato su una serie di appunti scritti che non vorrei pubblicare qui. Nessun segreto, ma, dal momento che non sono un esperto in materia, preferirei evitare di fornire informazioni errate o che possano causare problemi. La procedura che ho seguito non è quella ESATTA, bensì un insieme di azioni che ho appreso leggendo qua e la, pertanto non posso considerarla una garanzia per un buon risultato.
In ogni caso, Signor Biscuso ed altri partecipanti al forum, chi volesse i miei appunti, mi scriva pure un messaggio privato che sarò ben felice di fornirli a tutti quelli che lo desiderano.
Saluti,
Giovarica ha scritto:Istruzioni per la brunitura SLOW RUST BLUING – Giovanni
ATTENZIONE - SICUREZZA:
TUTTE LE OPERAZIONI DEVONO ESSERE EFFETTUATE CON OCCHIALI PROTETTIVI, GUANTI, MASCHERINA PPF3 ED AMBIENTI VENTILATI
N.B. con il termine canne intendo tutte le parti dell' arma che intendo brunire.
1. Materiali necessari:
- vaschetta inox per contenere la canna e le parti dell’ arma durante la bollitura;
- paglietta di ferro tipo 0000 (per canne di doppietta almeno 300 grammi);
- Soluzione per la Slow Rust Bluing; (solfato di rame puro, acido nitrico, cloruro ferrico, alcool isopropilico, acqua distillata);
- Acqua distillata per la bollitura (svariati litri);
- Soda caustica in scaglie;
- acetone;
- carbonato di sodio (non bicarbonato di sodio);
- Acido muriatico o aceto per la sbrunitura;
- materiale abrasivo (scotch bright M3 fine) o tela abrasiva 400/600;
- guanti da acido;
- svariati guanti al nitrile;
- un fornello gas per la bollitura;
- tappi in gomma o sughero per le canne;
- filo di ferro inox/zincato da un mm circa per appendere le parti;
- occhiali protettivi;
- un contenitore per appendere le canne e raggiungere una temperatura di 25/30° C circa e oltre 75% umidità;
- un termometro / igrometro;
- cotone idrofilo;
- carta da asciugatura;
- Aria compressa (non lubrificata);
- Phon da lavoro (auspicabile per asciugatura)
2. Sbrunitura e e sgrassatura
Usando aceto o una soluzione di acqua e acido muriatico togliere ogni traccia della vecchia brunitura o segni di ruggine. L’ Aceto risulta più lento e meno aggressivo mentre la soluzione con acido muriatico è più rapida ma va controllata per bene onde evitare corrosioni del metallo.
Rifinire la superficie a metallo nudo usando tela abrasiva 400 o al massimo 600. NON rifinire la superficie a specchio altrimenti la soluzione ossidante non aderisce bene. E’ bene togliere la vecchia brunitura con cautela onde evitare di arrotondare spigoli o abradere punzoni o marchi.
Per sbrunire piccoli particolari usare un cotton fioc imbevuto di soluzione acida e strofinare fino a sciogliere la brunitura.
Usando acqua calda con soda caustica (guanti protettivi!) spazzolare bene il metallo per sgrassarlo completamente e togliere ogni traccia di unto. La soda caustica neutralizza ogni forma di acido residuo sulla superficie. Vecchi depositi di grasso tendono a saponificare e devono essere quindi asportati meccanicamente con uno straccio pulito e acetone.
Da questo momento in poi NON TOCCARE MAI le canne e parti a mani nude o con oggetti unti. Ogni traccia residua di unto impedirà alla soluzione ossidante di agire.
Terminare la sgrassatura strofinando a fondo la superficie con uno straccio pulito (o carta) ed acetone onde pulirla perfettamente ed asportare ogni traccia di grasso saponificato.
IMPORTANTE: LA SUPERFICIE DEVE ESSERE COMPLETAMENTE SGRASSATA e priva di ogni traccia di unto.
3. Applicazione della soluzione:
Coprire le estremità delle canne con i tappi di sughero o gomma per evitare che la soluzione entri all’ interno della stessa e provochi ossidazioni non volute.
Con un batuffolo di cotone pulito impregnare leggermente di soluzione, strizzare il batuffolo in modo tale da averlo solo leggermente bagnato e trattare le canne con UNICHE PASSATE CONTINUE IN UN SOLO VERSO SENZA STROFINARE E SENZA RIPASSARE. LA PRIMA PASSATA DEVE ESSERE APPENA UMIDA.
La prima passata viene fatta sul metallo nudo ed è quindi molto importante. Il rischio è che causi fenomeni di pitting (corrosioni puntiformi al metallo). Se la passata è fatta bene dopo pochi secondi è già asciutta.
Attendere circa due ore e ripetere l’ operazione di applicazione della soluzione(solo per questa prima fase).
4. Ossidazione controllata:
appendere le canne in un contenitore chiuso ove si possa avere una temperatura di circa 25/30 gradi ed una umidità minima di 70/80%. L’ umidità può essere controllata mettendo alla base un contenitore d’acqua con uno straccio imbevuto. Sconsigliato fare questa operazione in una stagione invernale. A Rimini, in piena estate le condizioni di temperatura ci sono normalmente; l’ umidità può essere elevata con un pentolino d’acqua posto su un fornello elettrico caldo. E’ bene munirsi di un termometro/igrometro per verificare i parametri.
A questo punto le canne iniziano a coprirsi di un leggero strato di ossido rossastro (ruggine). Il tempo di ossidazione dipende da:
- tipo di soluzione;
- tipo di metallo;
- umidità e temperatura;
La prima ossidazione è importantissima perché se le canne vengono lasciate troppo a lungo si rischia che la superficie venga intaccata e corrosa. Orientativamente, quanto la superficie è ricoperta da un leggero fine strato di ossido rossastro, conviene passare alla fase successiva (tempo variabile da 8 a max 24 ore). Per la prima ossidazione è bene essere prudenti e nell’ incertezza limitare il tempo.
5. Bollitura
Versare acqua distillata nella vaschetta e portarla a temperatura di bollitura.
Togliere i tappi alle canne.
Prendere le canne (sempre con guanti puliti!) e immergerle, sospese con bastoncini e filo di ferro in modo tale che non tocchino il fondo. Lasciare bollire per circa 30 minuti. Lo strato di ruggine diventerà nero scuro (magnetite).
Ogni circa due/tre bolliture sostituire tutta l’ acqua distillata con della nuova.
6. Pulizia delle canne
a. sgrassaggio della paglietta di acciaio.
La paglietta è sempre ricoperta di olio e prima di essere usata DEVE essere accuratamente sgrassata. Per sgrassarla, il giorno prima, metterla in un barattolo di vetro completamente immersa nell’acetone; successivamente sciacquarla bene con acqua calda e carbonato di sodio in modo tale da togliere ogni forma di unto. Alla fine sciacquarla con acqua pulita di rubinetto per togliere ogni residuo di carbonato di sodio (sostanza che annienta l’azione acida). Attenzione: la paglietta sgrassata arrugginisce in poche ore, quindi sgrassare solo il pezzo di paglietta necessario per la pulitura del momento.
b. Pulizia dei pezzi bolliti
con la paglietta di ferro (tipo 0000) sgrassata e con acqua di rubinetto, strofinare leggermente le canne per togliere lo strato di ossido nero depositato. Alla fine deve restare solo il metallo nudo con una tonalità leggermente più grigia rispetto all’ originale. Ogni traccia di ossido granuloso depositato deve essere dolcemente rimosso. Io personalmente preferisco fare passate incrociate a 90° concludendo con passate longitudinali nella direzione dei normali segni di abrasione. Con una lente potete controllare se vi sono rimasi residui di ossido superficiale. Una accurata pulitura determinerà il grado di finitura e omogeneità della superficie. eventuali residui da pulire hanno un aspetto particolarmente opaco e si fanno asportare con un pezzetto appuntito di legno. La magnetite fissata alla superficie è ben più resistente.
Asciugare bene con aria compressa è phon in modo tale da avere le canne perfettamente pulite e asciutte. Attenzione all’ uso dei compressori lubrificati a olio: l’ aria è sempre un pò contaminata; in tal caso usare solo carta ed un phon industriale Attendere che le canne siano di nuovo a temperatura ambiente prima di riprendere il ciclo.
7. A questo punto ripetere l’ applicazione della soluzione (una sola passata ) sempre con batuffolo di cotone appena bagnato/umido, una sola passata, senza strofinare e senza sovrapporre le passate. Ripetere l’ ossidazione controllata (da 8 a 24 ore). Ripetere la bollitura e la pulitura.
Dopo ogni ciclo il metallo diventerà sempre più scuro fino ad assumere una tonalità nera satinata. Ci vorranno da 4 a 10 cicli circa. Dipende dal metallo e dalle condizioni ambientali.
Io personalmente, dopo aver ho ottenuto un bel colore nero, ho effettuato un ultimo ciclo per avere la certezza che la brunitura sia completa. Controllate bene la bruniture sugli spigoli vivi o angoli nascosti dell’arma.
Gli spigoli vivi saranno gli ultimi ad assumere la colorazione nera: abbiate pazienza. Potrebbe capitare che alcuni spigoli assumano un colore rossastro tipo rame: abbiate pazienza che sparirà.
8. Neutralizzazione
Dopo l’ ultimo ciclo di pulitura, immergere le canne, per circa un’ora, in acqua calda (40/50°) con una manciata di soda caustica in scaglie (contenitore NON deve essere d’alluminio). Tale bagno servirà a bloccare ogni azione acida residua. Sciacquare le canne con acqua pulita ed asciugarle bene con aria compressa e phon da lavoro. Questa ultima asciugatura è importante in quanto i cristalli di magnetite devono essere in grado di assorbire bene il successivo lubrificante protettivo.
9. Oliatura
Il libro di Angier (scritto nel 1936) consiglia di spennellare le parti con olio di vasellina e successivamente riscaldare i pezzi a circa 100/150°C in modo tale da facilitare l’ assorbimento del protettivo. Ho fatto questa operazione utilizzando un phon industriale ed effettivamente l’ olio viene “bevuto” dai pezzi bruniti.
Dopo il trattamento con olio di vasellina oliare il tutto con classico lubrificante per armi (io uso MC2500) , lasciarle riposare per circa 24 ore. Asciugarle ed il processo è concluso.
Ricetta per soluzione:
Ricette Slow Rust Bluing ce ne sono tantissime: quelle che danno i migliori risultati utilizzano composti di mercurio o arsenico, per cui OFF LIMITS!
Le soluzioni fatte con l’aggiunta di acido cloridrico hanno una azione più rapida ma il rischio di corrosione e di finitura grossolana è maggiore. Io, da principiante, preferisco una soluzione meno aggressiva, più lenta ma più sicura e dalla cristallizzazione fine.
Ho usato la ricetta SWISS FEDERAL ARMOURY, che è poco aggressiva, lenta nell’ ossidazione ma da risultati di ottima qualità e fine cristallizzazione (basso rischio di corrosioni.
La SWISS FEDERAL ARMOURY ricetta è la seguente (per 120 ml):
- Solfato di rame puro in granuli: 2 grammi;
- Acido nitrico: 9 grammi;
- Coluro ferrico: 15 grammi:
- alcool isopropilico 100°: 3 grammi;
- Acqua distillata: fino a completare per 120 ml
Ovviamente con 120 ml ci si fanno come minimo 5 doppiette.
Gli ingredienti li ho trovati tutti su ebay; purtroppo le confezioni sono da 1 Litro!
Il solfato di rame puro in granuli su ebay presso un negozio in Bulgaria.
Buon Lavoro, tanta pazienza. Contattatemi pure per suggerimenti o chiarimenti in merito.
Giovarica ha scritto:Grazie mille Maestro Bruno,
farò tesoro dei suoi suggerimenti per la prossima esperienza.
Ovviamente ho usato prodotti un po meno specifici e professionali ma più facilmente reperibili sul mercato.
Per la bollitura ho usato acqua distillata perché nella mia zona il contenuto di calcare è elevato e pertanto il carbonato di calcio si deposita dappertutto.
Purtroppo devo usare la lana di acciaio a mano anziché la rotativa perché ne sono sprovveduto.
Ora devo procurarmi una vaschetta inox che possa contenere una canna d'arma lunga e prossimamente voglio proseguire (e spero migliorare) rifacendo la brunitura ad un fucile; fra le ipotesi un Winchester mod. 94, ma ho letto che le spesso le loro bascule sono fabbricate con acciai un po particolari che non sempre si fanno ossidare facilmente ed in modo uniforme.
Saluti.
Giovarica ha scritto:Grazie mille Maestro Bruno,
farò tesoro dei suoi suggerimenti per la prossima esperienza.
Ovviamente ho usato prodotti un po meno specifici e professionali ma più facilmente reperibili sul mercato.
Per la bollitura ho usato acqua distillata perché nella mia zona il contenuto di calcare è elevato e pertanto il carbonato di calcio si deposita dappertutto.
Purtroppo devo usare la lana di acciaio a mano anziché la rotativa perché ne sono sprovveduto.
Ora devo procurarmi una vaschetta inox che possa contenere una canna d'arma lunga e prossimamente voglio proseguire (e spero migliorare) rifacendo la brunitura ad un fucile; fra le ipotesi un Winchester mod. 94, ma ho letto che le spesso le loro bascule sono fabbricate con acciai un po particolari che non sempre si fanno ossidare facilmente ed in modo uniforme.
Saluti.
Giovarica ha scritto:Signor Bruno,
grazie mille per la disponibilità che dimostra ed i preziosi consigli. Purtroppo non posso postare le foto del W94 perché non ne posseggo ancora uno. Le spiego, mi diletto a (tentare) di sistemare armi per puro divertimento e hobby. La mia strategia è quella di individuare sul mercato un' arma che meccanicamente sia messa bene e non richieda interventi tecnici (non ho competenze e qualifiche per farlo!); per cui bado solo alla parte finiture ed estetica: pulizia, legni, bruniture e piccoli interventi che non riguardano la funzionalità. Diciamo che mi diverto un sacco ad acquistare a pochi soldi qualche vecchio "ferro" per poi renderlo decoroso per una seconda vita. Quindi, quando decido di partire con un nuovo progetto, faccio qualche ricerca in rete per vedere cosa offre il mercato (preferisco armerie che privati) ed individuo armi che richiedano interventi sui legni e gran pulizia alle parti metalliche. Stavolta, con il revolver, ho fatto un saltino di qualità ed ho tentato la ribrunitura. Come Le accennavo, la prossima vorrei provarci su un'arma lunga e non mi dispiacerebbe appunto un Win. 94. In ogni caso tocca vedere cosa offre il mercato. Ora, purtroppo, impegni di lavoro mi costringono a chiudere l'"arsenale" per sei mesi circa, pertanto il tutto riprenderà in primavera del '21. In futuro non mancherò di certo a chiederle i suoi consigli in merito.
Ringrazio,
Giovanni
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