Inutile negarlo, le stiamo gironzolando attorno con malcelato desiderio di parlarne.
Sicchè, propongo ai sognatori del Club un componimento stilato quasi due anni or sono, presente in un altro forum. Sperando che non spariate sul pianista.
Trattare della doppietta Darne in ogni dettaglio, significherebbe comporre un piccolo tomo, lavoro improbo da studioso oplologo. Pertanto, le righe seguenti mirano a renderne le caratteristiche salienti, quelle che le hanno guadagnato il ruolo di pietra miliare nella storia dei fucili da caccia.
«I fucili da caccia a due canne a retrocarica che cominciarono ad apparire nei primi trent’anni dell’800 erano a canne fisse e ad otturatore a blocco imperniato su due orecchioni laterali facenti corpo con le canne stesse: il blocco si prolungava indietro in una lunga manetta o leva lungo l’impugnatura che terminava al naso del calcio con un occhio per introdurvi il dito indice della mano destra e sollevarlo per aprire il fucile. Tale sistema non era cattivo perché l’azione della pressione interna sulla faccia dell’otturatore veniva sopportata direttamente dalle canne secondo il loro asse … Le cartucce (da “cartouche”) erano ad involucro di carta combustibile o di tessuto e, all’atto dello sparo si disfacevano, in parte bruciavano, in parte erano proiettate fuori insieme alla borra ed ai pallini: per la mancanza del fondello metallico dilatabile non assicuravano la chiusura ermetica della culatta e davano luogo a forti sfuggite di gas che imbrattavano il meccanismo di chiusura, di percussione e scatto…Tali furono il fucile di Pauly (1812) a finti cani esterni ed il Robert (1831) esteriormente simile ad un hammerless. Questo ebbe successo in Francia sino a quando non apparve il tipo a bascula che adottava cartucce a fondello metallico del Lefaucheux, inizio dell’era dei fucili a retrocarica pretici e sicuri. Molti anni dopo, verso il 1890, con le cartucce a percussione centrale evolute e la noia delle fughe di gas risolta, Darne e Charlin vollero tornare alle canne fisse, più stabili e facili da costruire ed aggiustare, dai costi di produzione minori. Inizialmente Darne e Charlin esordirono insieme, poi si separarono; ognuno apportò modifiche diverse al progetto originario». (Federico Negri)
Régis Darne focalizzò il suo interesse sulle doppiette a canne fisse perché esenti dagli inevitabili giochi che affliggevano le basculanti; questi i suoi brevetti basilari:
1881, a cani esterni dalle culatte girevoli, con chiave d’apertura sul lato destro.
1887, mod. A, a culatte ribaltanti o pivotanti, con o senza estrattori automatici.
1891, hammerless a culatte girevoli, con chiave d’apertura superiore.
1893, hammerless a culatte slittanti, con chiave d’apertura superiore, tema di queste righe.
Quest’ultima, oggetto d’una ridda di piccole modifiche nel corso degli anni, si rivelò un successo commerciale, ottenne molte medaglie d’oro nelle esposizioni d’armi e nelle gare di tiro.
I primi esemplari furono realizzati con canne demibloc, ma dopo il 1902 fu adottato monobloc con saldatura a stagno e tubi avvitati in manicotti di soli 42 mm. Essa fu prodotta nei modelli Halifax, R, P e V, tutti dotati d’espulsori automatici. Il modello è desumibile aggiungendo il valore di dieci unità al numero dei marchietti circolari comprendenti la scritta “DARNE” (v. immagine) punzonati in serie sui piani delle canne. Ad esempio: 5 marchietti+10 =R15 oppure 12 marchietti+10 =22.