Forse non tutti sanno....
La pistola Colt è nata a Gadoni dalle mani di un fabbro sardo.
Durante le nostre surfute online capitiamo su una interessante notizia riportata dal giornale L’Unione Sarda, una curiosità che vale la pena far conoscere un po a tutti.
La Colt non sarebbe stata inventata da Samuel Colt, colui che quasi irriso dal Governo degli Stati Uniti d’America diventò celebre solo a seguito della battaglia contro i Comanches, dove per la prima volta viene usato questo modello di arma a tamburo ma da un sardo, il fabbro di Gadoni Antonio Broccu che nel 1833 costruisce un’arma a tamburo. A spiegarlo è un bel testo di Lelio Caravano che approfondisce i dettagli di una storia sconosciuta ai più.
Antonio Broccu, fabbro di Gadoni, paesello della provincia di Nuoro, abbarbicato tra boschi di castagni e nocciole, scopre per primo la potenza di un’arma a tamburo, per Broccu, scrive Caravano, sono state tante attestazioni di stima, menzioni postume nell’elenco degli inventori superati per qualche istante e Broccu infatti appare negli elenchi accanto a Meucci ed al telefono poi brevettato da Bell.
La notizia negli anni è rimpallata persino nel web, dove un po tutti gli esperti fanno notare la “cosa”, ma di Broccu pare si siano interessate ricerche di ogni genere e grado da quelle di giovanissimi studenti di scuole medie per arrivare a tesi di laurea e, persino un programma della Rai, tempo fa ne ha parlato.
La scoperta di Francesco Antonio Broccu, figlio di Battista e Angelica Poddi viene fatta nel 1833, Broccu aveva 37 anni e viveva al centro di Gadoni, come riporta Caravano, in una “casa e bottega a Coa ‘e muru numero 10″, l’uomo fabbro di professione pare fosse un uomo ingegnoso, tanto è che persino il noto parroco Raimondo Bonu, studioso di storia locale del secolo scorso se ne è interessato nei suoi studi, mentre sempre di Broccu si interessa una ventina di anni fa Gabriele Ortu, il Broccu infatti aveva ingegnato un particolarissimo un mulino a ruota verticale, ma anche un organo realizzato con comuni canne, una campana, un orologio a pendolo che aveva come quadrante il pannello della porta d’ingresso dell’abitazione con le lancette rivolte verso l’esterno. Caravano nel suo articolo segnala poi una matracca che produceva un suono così forte da trasformarsi in un detto ancora in uso a Gadoni per indicare un suono assordante ( parit samatracca de maistu Broccu ). Un fabbro ingegnoso Broccu che crea un pò di tutto sino ad arrivare alle pistole: ” una pistola con sei (o quattro) cannette che giravano attorno a un perno per incastrarsi poi su una canna più lunga. Se non era ancora il tamburo, Broccu c’era andato vicinissimo. Per il piccolo genio gadonese arrivarono premi, riconoscimenti, denaro. Si dice che fosse stato invitato a Cagliari per dare una dimostrazione della sua scoperta a re Carlo Alberto senza però presentarsi. Susanna Secci, pronipote del maestro del ferro, ha dedicato alla scoperta un capitolo della sua tesi di laurea: «Dalle mie ricerche risulta che lo schioppo fu spedito nel 1833 in Continente per essere esaminato dal re, ma poi non se n’è saputo più niente».” Ma la scoperta non ebbe mai il degno riconoscimento sino a che qualche anno dopo, esattamente nel 1836 al di là dell’Oceano Samuel Colt, marinaio, brevetta l’arma diventata poi famosa. Certo è che Broccu almeno a Gadoni viene ricordato e, in questi giorni vi è persino una piccola mostra di armi tra cui quella che pare essere uno dei primi modelli del piccolo fabbro gadonese: una pistola a una canna ad avancarica con due cani esterni.
Pistole made in Gadoni vengono segnalate anche a Artizo, Desulo e Cagliari e forse persino negli Stati Uniti, Caravano scrive nel suo pezzo che Broccu “la prima pistola che pare gli abbia fruttato un premio di 300 franchi non è rimasta traccia. Piccolo di statura, mani forti e ingegno da vendere, un giorno a metà dell’Ottocento perse la memoria. Visse fino a 85 anni, morì nel 1882.”
Articolo tratto da "MEDITERRANews".