I nostri soldi non valgono più niente.
Le Fondazioni Bancarie, poverine, sono esentate dall'IMU...
Ciro Salemme ha scritto:Credo che la situazione sia triste, ma non drammatica. Non ancora comunque. I ristoranti dalle mie parti, anche se siamo in zona turistica sono pieni come 5 o 10 anni fa. Le aste dei BOT dovrebbero andare disertate, invece la domanda supera sempre l'offerta, e di parecchio. I soldi ci sono, anche se si ha paura di spenderli. E neppure il bene-rifugio costituito dall'intramontabile mattone sembra perdere colpi. E' un pò come ritornare indietro nel tempo, quasi a nascondere i soldi "sotto la mattonella" in attesa di tempi migliori. Sicuramente si può parlare di contrazione dei consumi interni, della produttività e di conseguenza della perdita di posti di lavoro (la cosa che fà più paura). Ma continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità come si é fatto fino a 2-3 anni fa, non é più possibile.
Una battuta d'arresto era pressoché obbligatoria, ma io, da uomo della strada e non certo da economista che non sono e mai potrò (e vorrò) essere, sono fiducioso. Anche il boom economico degli anni '60 si sviluppo' sulle macerie di una guerra catastrofica (non solo per il nostro paese) scoppiata dopo un ventennio forse non di benessere ma comunque di relativa tranquillità. E la ripresa economica degli anni '80 prese le mosse dalle ceneri delle contestazioni studentesche e dalla grande depressione generata dalle rivendicazioni dei movimenti di lotta operaia che chiedendo (giustamente direi) condizioni di vita migliori e salari adeguati bloccarono paraticamente la produttività industriale e di conseguenza l'economia del nostro paese in quegli anni.
Forse non abbiamo ancora superato la metà del tunnel, e altre prove e nuovi sacrifici ci attendono, ma ritengo che le condizioni per rivedere la luce ci sono tutte.
Il nostro é un paese dalle risorse immense. Forse non di materie prime, ma la mano d'opera qualificata, il genio e l'inventiva delle nostre maestranze, la reattività e la caratteristica di saper adattare tecnologie e risorse ai tempi e alle richieste del mercato, sono elementi che tutto il mondo ci invidia. Credo che il "made in Italy" sia un modello tutt'ora attuale in grado di fare scuola non solo in Europa, ma anche e soprattutto nelle nuove realtà industriali dei paesi cosiddetti "emergenti" (Cina-India-Corea).
Ciao e a risentirci. Ciro
peuceta ha scritto:Premetto che seguo le vicende partitico-politiche con un certo distacco, più o meno come faccio col calcio. Da cane sciolto, da dropout.
Sapevo che ci saremmo arrivati.
Nel Luglio ’92 Craxi affrontò il tema del finanziamento chiamando in causa tutti i partiti; come dire, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ricordiamo tutti che, non solo non fu scagliato alcunchè ma, nes-su-no degli astanti osò fiatare!!! Siamo o no, in grado di ricavare l’inequivocabile morale di quell’evento?
Nell’Aprile ’93, la Camera negò l’autorizzazione a procedere contro Craxi ed un gruppo di perfettini semidei radunatisi dinanzi all’Hotel Raphael di Roma lo rese oggetto del lancio di monetine, spot dall’indubbia, efficace presa sul popolino.
Il clientelismo ed il malcostume, l’indebitamento dilagante, affondano le radici in governi parecchio antecedenti la parentesi craxiana. Altrimenti, non abbiamo cognizione consapevole della storia degli ultimi cinquant’anni di «questo Paese». Peccato che, contrariamente alle aspettative, le memorie scritte da Bettino ad Hammamet (che, non è Montecaaarloooo…!...!) non siano mai state rese pubbliche; perché, allora sì, ne avremmo sapute delle belle! Allora sì che «questo Paese» sarebbe stato riscoperto sotto tutt’altra luce! Tanto per fugare eventuali sospetti gratuiti: non ho mai provato simpatia per Craxi.
Ma, di grazia: come mai dopo tanta DC e Craxi e “Mani pulite” ed i perfettini semidei al governo, «questo Paese» è più inguaiato che mai?
Torna a NEWS - L'ARMAIOLO ONLINE
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite