CANNE CHE SI LESIONANO - CONFRONTO CON MAURO BETTINSOSOLI

In questa sezione si studiano e confrontano le idee dal punto di vista teorico/pratico delle funzioni meccaniche e balistiche nelle armi.

CANNE CHE SI LESIONANO - CONFRONTO CON MAURO BETTINSOSOLI

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » sab 20 apr 2019, 0:26

Ho trovato per caso fra i P.M. questo colloquio molto costruttivo con una persona con la quale ci siamo prima 'scontrati' ma successivamente intesi sull'argomento.
Grazie a Mauro bettinsoli per essersi poi iscritto al ns. Club Forum.
Chiunqua avesse necessità di informazioni può rivolgere a lui le domande sulla fabbricazione di canne da fucile.
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Una bella discussione molto interessante tratta dal 'BRACCOITALIANO.NET




Quote
Originariamente inviata da max 38 Visualizza il messaggio
Un mio amico che possiede un 410 gli hanno detto che sparando cartucce alte di pressioni possono provocare lesioni internamente alla camera non visibili all'esterno naturalmente,, e si ha un decadimente delle prestazioni del fucile in seguito, e vero ? per me è una balla e se è vero la stesso cosa puo accadere anche nel cal 12 ? ciao
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RISPOSTA MIA:
Bisognerebbe sapere cosa si intende per 'lesioni'.
Non è insolito che gli stregoni del caricamento del .410 facciano fesserie di grande portata. Ho visto camere di scoppio dei fucili Investarm gonfiate nel manicotto dove lo spessore è veramente tanto.
Quando le cariche (che devono rientrare entro i 750/800 Bar) superano le pressioni di esercizio, presumibilmente oltre 3000 Bar, si ha una deformazione plastica dell'acciaio che produce dei bozzi sull'esterno della camera di cartuccia. Questi saranno tanto maggiori quanto maggiore sarà lo stress a cui è sottoposta la canna.
Se il rigonfiamento è minimo, sotto gli 8/10 di millimetro si può continuare a sparare senza pericolo utilizzando cariche di modesta pressione.
Le prestazioni non cambiano rispetto al normale impiego con fucile nuovo semprechè la tenuta dei gas sul raccordo di camera non sia compromesso.


Originariamente inviata da XXXX Visualizza il messaggio
Io sinceramente non mi fiderei troppo a sparare con un rigonfiamento nella camera (laccatura). Teniamo presente che al BNP, su fucili nuovi, in presenza di laccature sopra gli 0,02 mm le canne vengono respinte.

Inviato dal mio GT-I9515 utilizzando Tapatalk

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Ripropongo una pubblicazione di alcuni anni fa:

Quote:

SCOPPIO CANNE DI FUCILE AD ANIMA LISCIA
PLASTICITA’ ED ELASTICITA’ DEGLI ACCIAI
CARATTERISTICHE DEGLI ACCIAI LEGATI


In linea di massima possiamo genericamente toccare l’argomento che hai richiesto facendo alcune riflessioni tecniche.
I vecchi acciai erano normalmente al carbonio, quindi meno elastici e soggetti ad una maggiore manutenzione.
Da quando sono in uso gli acciai bassolegati, già dagli anni ’30, inizialmente nei fucili di lusso, ma oggi nella quasi totalità delle armi da caccia, con le varie percentuali di Cromo-Nickel-Molibdeno, è notevolmente aumentata la resistenza ai tormenti (sforzi assiali, radiali e tangenziali), ed i fucili sono sempre più sicuri.
Il fattore primario nella valutazione degli acciai da impiegare nella costruzione delle canne dei fucili è quello dell’indice di elasticità e plasticità che determinano i carichi e le pressioni massime a cui possono essere sottoposte.
Volendo effettuale una rapida valutazione dell’acciaio, conoscendone le caratteristiche, potremo effettuare questo calcolo sulla pressione che porterebbe la canna a deformazione tollerabile (limite di elasticità).
Dove P (pressione), k (re/ri) differenza dei raggie int/est. della canna (spessore)
Σ (coefficiente limite di elasticità per trazione).

P=3/2{[k*k-1]/[2k*k+1]} Σ
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Esempio re=12(24 diametro est.), / ri=9,3(18,6 diametro int.),
k=12/9,3= 1,29
Σ=70 kg/mmq
P=3/2{[1,29*1,29-1]/[2*1,29*1,29+1]}* Σ =
= 1,5 (0,664/4,328) Σ =
= 1,5*0,153* Σ =
= 0,23* Σ =
=0,23*70 = 16,1 kg/mmq =
= 161 N/mmq
Pertanto con una pressione di carico di 1610 bar, la canna che abbia uno spessore di 5,4 mm, con un acciaio del tipo Σ=700 N/mmq, non deve presentare segni di deformazione plastica.
Invece, una canna con parete dello spessore di 9-10/10 di mm., non deve presentare segni di deformazione plastica intorno ai 625-686 bar
Questi calcoli sono effettuati secondo i criteri di progettazione e rispettano norme entro i limiti di sicurezza per l’impiego delle armi a canna liscia.
Queste valutazioni effettuate possono essere migliorate ed integrate usando formulazioni differenti e più attuali, oltre che ad essere corrette qualora se ne dovesse ravvisare la necessità.
I calcoli, pertanto, sono stati effettuati con il sistema tecnico e non con quello impiegato dall'attuale sistema internazionale.



Quote:
Originariamente inviata da maurob Visualizza il messaggio
Non vedo il nesso con l'argomento di cui si sta parlando.
Una cosa è il calcolo degli spessori e tenuta di una canna nuova (tra l'altro mi sembrano valori poco aggiornati rispetto alle produzioni odierne), tutt'altra cosa è una canna che ha già subito una deformazione plastica in camera di cartuccia.
Comunque sia, io senza conoscere l'origine del problema (es: errori di ricarica, difetti della canna...) non mi sbilancerei a fare valutazioni semplicistiche, non vorrei che poi qualcuno si faccia male.

Altra considerazione da farsi sarebbe riguardo all'estrazione, con un rigonfiamento di 0.8mm ho forti dubbi che dopo aver sparato si riesca a estrarre la cartuccia

Inviato dal mio GT-I9515 utilizzando Tapatalk
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Caro amico,
sembrerebbe che le "valutazioni semplicistiche" le stia facendo tu.
Quì si sta discutendo di canne già impiegate per la caccia, quindi quelle nuove non c'entrano nulla, riporti esempi fuori tema. Peraltro, una canna gonfia non può aver subito una deformazione plastica dall'interno verso l'esterno per cosa diversa da sovrapressione che può essere causata da caricamento errato od altro.
Infine, confermo quanto già scritto:
"Se il rigonfiamento è minimo, sotto gli 8/10 di millimetro si può continuare a sparare senza pericolo utilizzando cariche di modesta pressione.
Le prestazioni non cambiano rispetto al normale impiego con fucile nuovo semprechè la tenuta dei gas sul raccordo di camera non sia compromesso. "
La cartuccia sarà esplulsa, probabilmente a 2,8 invece di 3 metri dal fucile, mentre cosa diversa sarà per camere di cartuccia metallica come hanno dimostrato le canne delle vecchie pistole cal. 6,35 e 7,65.


Originariamente inviata da maurob Visualizza il messaggio
Caro sig. Bruno,
mi sembra che sia stato lei a inserire nella discussione il calcolo degli spessori per la realizzazione di una canna nuova e io le ho semplicemente risposto facendole notare che non sono applicabili a questo contesto.

Partirei con un'analisi dei dati conosciuti:
1- stiamo parlando di una canna cal.410
2- si presume siano state sparate cartucce alte di pressione
3- potrebbero esserci lesioni all'interno della camera non visibili dall'esterno

questi sono i 3 elementi che conosciamo, di seguito faccio un elenco dei dati che non conosciamo:
1- che tipo di canna è? (sovrapposto, semiauto, doppietta integrale, doppietta con monoblocco.....)
2- quanti anni ha la canna?
3- in che condizioni di usura é?
4- che acciaio è stato utilizzato per la costruzione?
5- quali sono gli spessori effettivi della canna?
6- qualcuno ha modificato questa canna?
7- qual'è stata la causa delle lesioni?
8- sono presenti difetti strutturali del materiale?
9- è stata quantificata la profondità della lesione? come?
10- per cariche alte di pressione cosa intendiamo?

ce ne sarebbero altre ma non voglio dilungarmi e annoiare; quello che mi interessa precisare è il fatto che senza un'analisi precisa della canna da parte di una persona competente io non sottovaluterei il problema.

Io ritengo che un rigonfiamento di 0,8 mm in camera di scoppio (tra l'altro saremmo anche fuori dalle tolleranze prescritte dal CIP) è un "difetto" enorme e di certo non ci sparerei con una canna in queste condizioni, poi se qualcuno vuole giocare alla roulette russa, faccia pure.

Per rispondere a Max38, le canne vengono realizzate per sopportare i carichi pressori delle normali cartucce in commercio, se le lesioni sono state provocate da una normale cartuccia commerciale probabilmente c'è un difetto costruttivo della canna, se invece il danno è stato creato da cartucce ricaricate in modo scorretto, sono d'accordo con il sig. Bruno nell'imputare il problema sulla cartuccia sparata.

Indipendentemente dalla causa, è meglio far valutare il danno a un professionista!
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Come detto nella mia prima risposta a Max 38, bisogna intendersi nei termini.
Parlare di ‘lesioni’ nell’acciaio è del tutto improprio.
Negli acciai moderni che vengono impiegati nella produzione delle canne non avremo mai una ‘lesione’, bensì una rottura del metallo al carico massimo dopo la fase elastica e plastica.
Si lesionano i materiali fragili come la pietra il cemento il vetro ecc.
Ne viene, che qualunque deformazione dell’interno della canna per sovrapressione deve essere riscontrabile anche dall’esterno.
Devo suggerirti, inoltre, che i collaudi del BNP, come qualsiasi progetto ingegneristico, devono spingersi oltre le tensioni di esercizio per garantire una fruibilità in sicurezza del prodotto finito.
Ad esempio, in un cal. 12 avremo indicativamente pressioni per cariche da caccia da 580 a 750 Bar ed il collaudo attualmente viene effettuato oltre i 1200 Bar.
Nella tua risposta riporti una serie di punti irrilevanti come l’età della canna, l’usura, ecc., ai quali ti rispondo che le canne dei moderni fucili da caccia non scadono come le mozzarelle ed inoltre non si usurano in modo significativo (pochi micron).
Infine, l’esempio riportato in ‘quote’ sui calcoli per determinare lo spessore delle canne ed i carichi che possono essere loro applicati, calza proprio bene per far comprendere al lettore di cosa si stia parlando avendo dei dati a parametro.
Il concetto è quello che se una sovrapressione ha prodotto una deformazione plastica, che sia di modesta entità, come detto innanzi di 8/10, l’utilizzo di cariche di modesta pressione, mantenendo l’acciaio al di sotto del limite elastico queste non provocheranno alcun incremento di deformazione.
Di questi “danni” ne ho valutati a decine e decine come armaiolo, e non saprei quale ‘professionista’ dovrei interpellare per rassicurare i miei clienti.

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Quote:
“Io sinceramente non mi fiderei troppo a sparare con un rigonfiamento nella camera (laccatura). Teniamo presente che al BNP, su fucili nuovi, in presenza di laccature sopra gli 0,02 mm le canne vengono respinte.”

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Mi incuriosisce il termine “laccatura”, ed anche una quota di 2/100 che il BNP riterrebbe scarto.
Tutto quanto sopra per amore della tecnica, però se vuoi coinvolgermi in una polemica, con questo post chiudo.





P.M.


Buonasera sig. Bruno,
ritengo opportuno presentarmi, maurob sta per Mauro Bettinsoli, da 23 anni sono responsabile tecnico e pseudo-titolare della XXXXXXXX (BS), nella nostra azienda produciamo da 70 anni canne per fucili da caccia per la maggior parte dei marchi italiani e internazionali.
Produciamo circa 250/300 canne al giorno che vengono testate dai banchi nazzionali di prova di tutto il mondo; le garantisco che in questi anni ne ho viste di tutti i colori.
Mi permetto di scriverle in privato perchè vorrei evitare battibecchi inutili.
Esprimo un mio personale parere,dettato dall'esperienza lavorativa di questi anni; mi sono ritrovato più di una volta di fronte a utilizzatori senza un briciolo di cervello che spesso sottovalutano deformazioni e problemi creati sulle canne, per questo cerco di essere il più cauto possibile quando mi viene richiesto un parere sulla sicurezza di una canna.
E' per questo motivo che "le sto dando filo da torcere" sull'argomento camere lesionate.
Come già scritto nel forum, non condivido quanto da lei detto sulla sicurezza di una camera di scoppio con una "laccatura" di 0,8mm; per quanto è la mia esperienza può anche darsi che resista,ma non ne farei una regola, e soprattutto valuterei le conseguenze nel caso non resistesse.

Non mi dilungo troppo,
resto in attesa di un suo riscontro.




Buon giorno sig. Bruno,
Ci tengo a rispondere al suo messaggio per chiarire che anche per me, su questo forum, l’intento è quello di un confronto costruttivo delle varie esperienze, anche con opinioni diverse che a mio avviso possono portare ad ampliare i punti di vista personali e favorire lo sviluppo di nuove idee o migliorare le tecnologie attualmente disponibili.
Aggiungo anche che per me è un’occasione per avere un feedback diretto del mio lavoro, in quanto, lavorando quasi esclusivamente con i produttori, mi manca il rapporto diretto con gli utilizzatori finali.
Dopo le premesse, entro nel merito del suo messaggio:
Ho utilizzato il termine “laccatura” in quanto qui in Valtrompia è il termine che utilizziamo per indicare un rigonfiamento all’interno della camera di scoppio, nella maggior parte dei casi dovuto a un errato accoppiamento tra tubo e monoblocco oppure a un difetto di saldatura dei due componenti.
Sinceramente non limiterei l’analisi solo in termini ingegneristici, per quanto è la mia esperienza, la produzione armiera si basa su un mix di ingegneria, esperienza e tradizione; da questo mix, è nata la qualità della produzione armiera italiana. Riassumo così in poche parole un argomento di cui ci sarebbe da discutere per ore ma che per il momento rimanderei per una futura chiacchierata.
In merito ai valori da lei riportati per un impiego in sicurezza dell’arma, il mio dubbio non è sulla validità di questi valori ma sulla interpretazione che l’utilizzatore ne farà, mi spiego meglio:
1- Abbiamo ipotizzato che la “lesione” sia stata causata da una sovrappressione, presumibilmente causata da un errato caricamento; le domande che mi vengono subito in mente sono: quanto l’utilizzatore sia preparato? Che strumenti e capacità ha per valutare l’entità della “lesione”? Sarà in grado di valutare se le cariche che utilizza siano sotto i 750 bar da lei consigliati? Da qui il suggerimento di rivolgersi a un professionista (che sia lei o qualunque altro) che sia in grado di verificare correttamente questa “lesione”.
2- Altro punto per me fondamentale sono gli spessori da lei indicati: condivido con lei che avendo uno spessore di parete di 5,4mm probabilmente si abbia un margine di sicurezza ben ampio, ma purtroppo, nella produzione odierna, siamo costretti (per una questione di peso del fucile) a utilizzare spessori significativamente inferiori a questo valore, parliamo di spessori mediamente attorno ai 3,5-4.0mm; quanto è effettivamente lo spessore della canna in questione?
Aggiungo una breve spiegazione dei quesiti che ho inserito nel post pubblico:
1- Siamo tutti d’accordo che le canne non hanno una scadenza come le mozzarelle ma, per fortuna sono soggette ad una garanzia. Credo che nel caso la canna fosse ancora in garanzia, non ci siano dubbi sul fatto che vada rispedita al produttore per la sostituzione/riparazione (se fosse una canna prodotta da me richiederei questo).
Altra indicazione che possiamo avere conoscendo l’età della canna è il materiale con cui è stata realizzata oppure il metodo produttivo utilizzato, ovviamente non potrà essere un’indicazione certa ma potremo iniziare ad escludere alcuni elementi.
2- Per quanto riguarda l’usura della canna, effettivamente devo riconoscere che mi sono espresso male, probabilmente avrei dovuto parlare di deterioramento o condizioni di incuria.
Concludo qui; se le capiterà di venire in Valtrompia, venga pure a trovarmi, sarò lieto di farle visitare la nostra azienda e fare due parole.

Distinti saluti
Mauro




Con Maurob, abbiamo chiarito in PM le ns. opinioni, ed entrambe hanno portato alla necessaria sicurezza del tiratore.
Mauro, essendo un addetto ai lavori nel settore armiero, è molto portato all sicurezza in modo che l'utilizzatore non possa fraintendere le ns. discussioni sulla tenuta degli acciai e le loro quote. Molte semplicemente meglio sostituire una canna gonfia da sovrapressione piuttosto che continuare ad usarla con gli stessi caricamenti che hanno causato il problema. Specialmente nei piccoli calibri ciò si verifica spesso.
Come sospettavo, mi ha confidato che anche il termine "laccatura" è un modo usato nella valle per intendere un rigonfiamento della canna.
Sicuramente sarà un buon interlocutore tecnico nelle problematiche che dovessero sorgere in futuro.
42CrMo4 è l'acciaio da bonifica che maggiormente si presta per la fabbricazione delle canne, oppure attualmente si usa qualcosa d'altro?



Originariamente inviata da Esperto e Collezionista Visualizza il messaggio

42CrMo4 è l'acciaio da bonifica che maggiormente si presta per la fabbricazione delle canne, oppure attualmente si usa qualcosa d'altro?
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Dire quale sia l’acciaio che più si presta alla produzione di canne per fucile non è cosa semplice.
Visto che spesso se ne parla sui forum, provo a chiarire alcuni concetti sulla scelta degli acciai; innanzi tutto partirei dal concetto che difficilmente possiamo individuare un acciaio specifico che sia prestazionale in qualsiasi condizione.
La domanda fondamentale che dobbiamo porci è: quale è il materiale migliore per la canna che vogliamo realizzare? In base a questo andremo a scegliere l’acciaio migliore per le nostre esigenze.
Per spiegarmi meglio faccio 2 esempi:
1- Se devo produrre la canna di un fucile a pompa per difesa personale, dove ho spessori di materiale particolarmente abbondanti ma allo stesso tempo devo contenere i costi, probabilmente utilizzerò un acciaio UM6 (se non ricordo male dovrebbe essere un 30CrMo2) oppure un C40 perché sono acciai che da un lato hanno caratteristiche di resistenza inferiori rispetto ad altri che però in questo caso vengono compensate da uno spessore maggiore della canna, dall’altro lato ho invece vari vantaggi:
• Prezzo dell’acciaio nettamente inferiore
• Lavorabilità dell’acciaio molto migliore (quindi contenimento dei costi produttivi)
• Elasticità maggiore del materiale (elemento fondamentale per la qualità di una canna)
Per questa canna, se utilizzassi un acciaio tipo 42CrMo4 avrei un acciaio che sulla carta ha qualità sicuramente superiori al’UM6 ma che però in concreto non porterebbe nessun vantaggio perché avrei una canna che costa molto di più e con una resa balistica inferiore in quanto sarebbe poco elastica.
2- Discorso opposto se devo realizzare una canna per un fucile di pregio, dove avremo spessori di materiale ridotti all’osso, una resa balistica che sia perfetta, costi di produzione giustificati dal valore dell’arma… in questo caso utilizzerei un 40NiCrMo2 che rispetto ad acciai più poveri ha caratteristiche nettamente superiori e mi garantisce la qualità richiesta.
In questo caso se utilizzassi acciai tipo UM6 o C40 avrei una canna che sarà al limite di sicurezza, sarà probabilmente soggetta a gonfiature in quanto passeremmo probabilmente da un range elastico a un range plastico e in più (a livello etico) avrei tirato una fregatura al cliente.
Ho fatto questi due esempi che si possono considerare, più o meno, agli estremi della produzione di canne odierna per dare un’idea del fatto che poi, nello spazio tra questi due estremi, ci sono tutte le varie combinazioni di modelli di canne e acciai da utilizzare.
Fino a una ventina di anni fa, gli acciai utilizzati per la produzione di canne erano principalmente due: il 42CrMo4 e il C40, successivamente con la richiesta di canne sempre più leggere e (cosa non da poco) l’utilizzo di pallini di acciaio, sono stati sviluppati acciai più specifici, studiati appositamente per la produzione di canne per fucile. Ad oggi, per dare un’idea, vengono impiegati circa una decina di tipi diversi di acciaio in base appunto (come si diceva prima) alle caratteristiche della canna che dobbiamo produrre.
Altra questione fondamentale nella scelta dell’acciaio è il metodo produttivo che intendiamo utilizzare, se parliamo di sistema “tradizionale” più o meno possiamo utilizzare tutti i tipi di materiale (ovviamente se abbiamo una tecnologia in grado di lavorare tutti questi materiali); se invece nel nostro ciclo produttivo utilizziamo la rotomertellatura a freddo le cose si complicano: sicuramente dobbiamo escludere dalla nostra lista degli acciai da utilizzare gli acciai con un alto tenore di Zolfo (acciai ai solfuri globulari tipo 40NiCrMo2) perché la presenza dello zolfo all’interno dell’acciaio è deleteria nel controllo delle deformazioni in fase di martellatura.
Quindi riassumendo i concetti fino a qui espressi, non mi concentrerei tanto su quale sia l’acciaio migliore per la produzione delle canne ma piuttosto su quale sia quello più adatto alle nostre esigenze.
Spero di essere riuscito a dare un’idea dei concetti base sulla scelta degli acciai, sicuramente ci sarebbero molte altre cose da aggiungere e vedere i casi specifici, per ora mi fermo qui, poi se qualcuno è interessato all’argomento credo che la discussione possa proseguire nel merito delle richieste.
maurob non è in linea Segnala il messaggio Rispondi quotando
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Re: CANNE CHE SI LESIONANO - CONFRONTO CON MAURO BETTINSOSOL

Messaggio da leggereda expressboy » dom 21 apr 2019, 19:25

Buona sera a tutti e complimenti per la dotta discussione come Bruno ben sa io non conosco la metallurgia anzi direi che è materia piuttosto oscura per me ma una cosa mi incuriosisce sull'acciaio UM6 se non ho capito male parlando di acciaio UM6 A fine anni 90 credo che i fratelli Rizzini di magno utilizzassero proprio acciaio UM6 30 cromo-molibdeno 4 UNI 533 2,64 ,l'acciaio dovrebbe avere circa 95 kg a millimetro quadro di resistenza alla trazione per le canne della loro doppietta R1Per la bascula credo utilizzassero acciaio 18 nichel cromo molibdeno 5 ora per me I fratelli Rizzini sono i migliori costruttori di armi al mondo come mai utilizzano un acciaio così di basso Pregio Per le canne della loro doppietta R1 quindi come è possibile che venga utilizzato come esempio per fucili a pompa di basso lignaggio e con canna particolarmente spessa io ho visto diverse R1 e R2 e le canne non sono più spesse di altri fucili certo se paragonate per esempio a delle doppiette inglesi di fine 800 primi 900 sono sì più spesse, ma sicuramente i cannonieri inglesi di inizio novecento erano veramente il massimo della tecnica , vero è che le doppiette inglesi di tale periodo da me possedute non erano certo provate a 1200 atmosfere ma bensì 850 atmosfere almeno per le produzioni di fucili che ho potuto toccare con mano .
A questo punto vorrei cercare di sciogliere un altro mio grande dubbio che riguarda l'acciaio eccelsior della produzione Beretta degli anni 50 60 acciaio utilizzato per esempio per le serie SO questo acciaio sembra che sia di un tipo sconosciuto e nemmeno Beretta oggi mi ha più le caratteristiche meccaniche questo l'ho appreso da dei libri esempio il Cormbelle del colonnello libro dedicato alla serie SO Beretta. Il dubbio di sapere quale tipologia di acciaio era l' Excelsior mi viene dalle prove fatte da serie di fucili con cane Excelsior contro fucili con carne Boheler la differenza di rosate francamente non sono riuscito a trovarla quindi sicuramente era ed è un acciaio di grandissimo pregio ma ad oggi non sono riuscito a scoprire di che tipo di acciaio si tratta.
Scusate la sintassi ma sto imparando ad utilizzare il Voice recorder della Apple quindi qualche discorso forse non è uscito correttamente sia come sintassi che come grammatica buona serata E buona Pasquetta a tutti Bernardo
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
e a brucare serio e lento seguitò
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Re: CANNE CHE SI LESIONANO - CONFRONTO CON MAURO BETTINSOSOL

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » mar 23 apr 2019, 22:31

expressboy ha scritto:Buona sera a tutti e complimenti per la dotta discussione come Bruno ben sa io non conosco la metallurgia anzi direi che è materia piuttosto oscura per me ma una cosa mi incuriosisce sull'acciaio UM6 se non ho capito male parlando di acciaio UM6 A fine anni 90 credo che i fratelli Rizzini di magno utilizzassero proprio acciaio UM6 30 cromo-molibdeno 4 UNI 533 2,64 ,l'acciaio dovrebbe avere circa 95 kg a millimetro quadro di resistenza alla trazione per le canne della loro doppietta R1Per la bascula credo utilizzassero acciaio 18 nichel cromo molibdeno 5 ora per me I fratelli Rizzini sono i migliori costruttori di armi al mondo come mai utilizzano un acciaio così di basso Pregio Per le canne della loro doppietta R1 quindi come è possibile che venga utilizzato come esempio per fucili a pompa di basso lignaggio e con canna particolarmente spessa io ho visto diverse R1 e R2 e le canne non sono più spesse di altri fucili certo se paragonate per esempio a delle doppiette inglesi di fine 800 primi 900 sono sì più spesse, ma sicuramente i cannonieri inglesi di inizio novecento erano veramente il massimo della tecnica , vero è che le doppiette inglesi di tale periodo da me possedute non erano certo provate a 1200 atmosfere ma bensì 850 atmosfere almeno per le produzioni di fucili che ho potuto toccare con mano .
A questo punto vorrei cercare di sciogliere un altro mio grande dubbio che riguarda l'acciaio eccelsior della produzione Beretta degli anni 50 60 acciaio utilizzato per esempio per le serie SO questo acciaio sembra che sia di un tipo sconosciuto e nemmeno Beretta oggi mi ha più le caratteristiche meccaniche questo l'ho appreso da dei libri esempio il Cormbelle del colonnello libro dedicato alla serie SO Beretta. Il dubbio di sapere quale tipologia di acciaio era l' Excelsior mi viene dalle prove fatte da serie di fucili con cane Excelsior contro fucili con carne Boheler la differenza di rosate francamente non sono riuscito a trovarla quindi sicuramente era ed è un acciaio di grandissimo pregio ma ad oggi non sono riuscito a scoprire di che tipo di acciaio si tratta.
Scusate la sintassi ma sto imparando ad utilizzare il Voice recorder della Apple quindi qualche discorso forse non è uscito correttamente sia come sintassi che come grammatica buona serata E buona Pasquetta a tutti Bernardo

Ciao Bernardo,
di certo l'UM6 sigla commerciale non è un acciaio di basso pregio come invece dici. Insieme all'UM8 sono i migliori acciai da bonifica mai prodotti dopo i nefasti risultati degli anni '70. Le differenze sono veramente minime fra loro.
Non farei un paragone con le inglesi di fine '800 in quanto gli acciai bassolegati all'epoca erano veramente agli albori, mentre già negli anni 20/30 la Beretta impiegava un acciaio bassolegato di gran pregio sulle doppiette a cani esterni da tiro al piccione, l'Excelsior. Ho avuto modo di conoscere molto bene questo tipo di acciaio avendo restaurato proprio una di queste doppiette che ebbe una pubblicazione su Armie Tiro: viewtopic.php?f=73&t=391&p=2834&hilit=restauro+beretta#p2834
Sono tantissime le variabili che ricorrono per accorgersi della differenza di rosata di acciai di elevata qualità, quindi rinuncerei già dall'inizio ad una sperimentazione del genere.
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Re: CANNE CHE SI LESIONANO - CONFRONTO CON MAURO BETTINSOSOL

Messaggio da leggereda expressboy » gio 25 apr 2019, 20:47

ciao Bruno grazie della precisazione , leggendo i post precedenti avevo inteso l'esatto contrario !!!

Ciao B
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