da expressboy » mar 6 mag 2014, 16:14
Ciao a tutti complimenti a Bruno per l’opera realizzata, raramente si vede tanta maestria e passione nel lavoro, ma vi dirò di più leggendo e rileggendo, il nostro forum mi è venuta anche a me la voglia di cimentarmi in un restauro di una vecchia doppietta, proprio in questi giorni sto ultimando il mio primo lavoro.
Ora vi racconto com’è andata essendo quasi alla fine dell’opera……
All’inizio era il calcio; di un buon noce nazionale essendo una onesta doppietta degli anni ‘50/60 era ormai ridoto proprio male, con tracce di olio e, parecchio “coppale” , prima di attaccare a sverniciare ho passato un paio di giorni a decidere se finirlo ad olio oppure a gomma lacca, con l’impregnante, deciso per l’olio, avendo escluso a priori l’epossidico, mi lancio in una sverniciatura con sverniciatore e carta a vetro, e qui i primi graffi sul calcio….. mentre mi maledico per aver usato carta a vetro troppo grossa (180) mi prendo una pausa di riflessione e creo una pozione di acqua ossigenata e ammoniaca, per sgrassare il legno e personalizzo il tutto con un poco di acetone da unghie, risultato , rischio di finire all’ospedale intossicato dai fumi…. Allora decido di non mischiare i prodotti e tento di usarli singolarmente, ma poi visti i risultati opto per carta a vetro e olio di gomito. Finito il tutto passo alla lucidatura con gli appositi oli, eseguo delle prove e decido di scurire leggermente il noce per esaltarne le venature, mi sono messo in testa di usare l’olio di noce, essendo il calcio di noce pensando che non esistesse miglior prodotto per ringiovanire la fibra, però non sono riuscito a trovarlo e non avendo olio di noce (ma esiste?? ) ho usato un prodotto Balsin per dare un poco di colore e poi vado di true oil Beretta, tutto entusiasta alla decima mano mi accorgo di maculature e ombre, unite ad effetti cromatici indesiderati , allora inizio a cercare di rimediare, alla fine ho risolto portando da un mio amico restauratore il tutto e implorando lo stesso di rimediare al’accrocchio, da par suo, ovviamente gratis e non contento gli ho chiesto di darmi delle ripetizioni su come dare la gommalacca. Ora trattandosi di un amico mi ha mandato direttamamente a ca..are ma spero di riavere calcio ed astina in settimana. Il problema nasce con lo zigrino, ma come si fa lo zigrino???!!! Ho comprato un punteruolo o lesina , ma diventa un lavoro improbo ripassare tutte le righe, e poi ovviamente ho sbagliato misura di punteruolo ( lesina) e ricomprane un altro ..……… per non parlare dei cacciaviti che ovviamente hanno un prezzo modello platino, tre cacciaviti euro 150 (AHAHAHAHA) allora mi sono rivolto alla rete e ho comprato negli USA un bellissimo set di 8 cacciaviti, con manico in legno, rigorosamente made in USA ma niente, praticamente inservibili sulle nostre care doppiette ,in compenso ho smontato due Winchester e d un Remington in un minuto. Ho iniziato una spasmodica ricerca e secondo i ben informati i cacciaviti devono essere fatti a mano partendo da cacciaviti di acciaio armonico, ma dove li compro dei cacciaviti di acciaio armonico ??? ho risolto dopo aver distrutto alla mola un set di bellissimi cacciaviti dell’obi portando la bascula dal mio amico armiere e pregando di ridurla ai minimi termini, confessando che sicuramente dovrà essere lui a rimontarla dopo la pulitura.
Ho immerso il tutto in una bacinella di petrolio per due giorni e poi vai di olio di gomito e compressore.
Il bello è che ho rischiato l’ennesima intossicazione cercando di levare la patina di ossido dalla bascula usando una miriade di prodotti tipo Sidol, incazz..to nero perché la patina persisteva ho preso il Dremel con spazzolina di rame e cospargendo la bascula di non so più quale prodotto ho iniziato l’azione meccanica e devo confessare che ora brilla come se fosse nuova, cosa che non volevo assolutamente, io volevo solo levare la patina non riportare a nuovo la bascula !!!! sulle canne ,di un bel colore profondo, ho passato una crema per carrozzieri e devo dire che sono venute belle, la patina del tempo è andata via ridonando alle stesse un colore si antico ma ripulito dalle impurità del tempo .
Molto presto le foto dell’opera finita e mi raccomando non siate avari nei consigli e nelle critiche, perchè ho già individuato il prossimo fucile da torturare !!!!!
A puro titolo di cronaca l’arma in questione è una “bellissima” anson Lorenzotti del 1959 (?) che non vedo l’ora di provare sui campi di caccia e tiro essendo conservata ancora in maniera accettabile almeno fino al mio presunto “restauro”……………..
Rinnovando i complimenti a Bruno per lo splendido lavoro un saluto e buona serata a tutti
Bernardo
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
e a brucare serio e lento seguitò