Brunitura vs fosfatazione. ( analisi filosofica )

Brunitura vs fosfatazione. ( analisi filosofica )

Messaggio da leggereda Pigi » mer 30 ott 2013, 14:35

Riprendo qui un punto che e' gia stato accennato nel mio post precedente, e che ha gia' ricevuto una dotta spiegazione da Bruno.

Girando in rete ho trovato una interessante dissertazione, o meglio una spiegazione, del rifacimento della fosfatazione su un M1 Garand.
Il link e' http://www.exordinanza.net/schede/Fosfatazione.htm
Fermo restando la non applicabilita' di questa pratica nel mio restauro, mi e' rimasto pero' il dubbio del perche' venga scelto un metodo piuttosto che un altro.

La procedura indicata nel link riportato e' ovviamente complessa, se non impraticabile a causa della necessita' di strumenti ( sabbiatrici ), vasche ( inox da quasi un metro ), temperature costanti etc che mal si addicono ad un utente "normale".

Nel link pero' si spiega che tale procedura era quella seguita ai tempi della costruzione del fucile, ed in effetti l' effetto antiriflesso e' notevole.
Anche la resistenza agli agenti immagino che lo sia, perche' tali armi ( ex ordinanza appunto ) dovevano essere utilizzati in condizioni piu' che proibitive, per definizione.

Ora, sulla base di quali idee un produttore sceglie una procedura ( brunitura ) rispetto all' altra ( fosfatazione ) ?

Quale delle due puo' essere considerata piu' resistente ?

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Re: Brunitura vs fosfatazione. ( analisi filosofica )

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » mer 30 ott 2013, 22:45

Pigi ha scritto:Riprendo qui un punto che e' gia stato accennato nel mio post precedente, e che ha gia' ricevuto una dotta spiegazione da Bruno.

Girando in rete ho trovato una interessante dissertazione, o meglio una spiegazione, del rifacimento della fosfatazione su un M1 Garand.
Il link e' http://www.exordinanza.net/schede/Fosfatazione.htm
Fermo restando la non applicabilita' di questa pratica nel mio restauro, mi e' rimasto pero' il dubbio del perche' venga scelto un metodo piuttosto che un altro.

La procedura indicata nel link riportato e' ovviamente complessa, se non impraticabile a causa della necessita' di strumenti ( sabbiatrici ), vasche ( inox da quasi un metro ), temperature costanti etc che mal si addicono ad un utente "normale".

Nel link pero' si spiega che tale procedura era quella seguita ai tempi della costruzione del fucile, ed in effetti l' effetto antiriflesso e' notevole.
Anche la resistenza agli agenti immagino che lo sia, perche' tali armi ( ex ordinanza appunto ) dovevano essere utilizzati in condizioni piu' che proibitive, per definizione.

Ora, sulla base di quali idee un produttore sceglie una procedura ( brunitura ) rispetto all' altra ( fosfatazione ) ?

Quale delle due puo' essere considerata piu' resistente ?

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Sono rientrato da poco, ci sentiamo domani....
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Re: Brunitura vs fosfatazione. ( analisi filosofica )

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » sab 2 nov 2013, 22:20

Bruno Biscuso ha scritto:
Pigi ha scritto:Riprendo qui un punto che e' gia stato accennato nel mio post precedente, e che ha gia' ricevuto una dotta spiegazione da Bruno.

Girando in rete ho trovato una interessante dissertazione, o meglio una spiegazione, del rifacimento della fosfatazione su un M1 Garand.
Il link e' http://www.exordinanza.net/schede/Fosfatazione.htm
Fermo restando la non applicabilita' di questa pratica nel mio restauro, mi e' rimasto pero' il dubbio del perche' venga scelto un metodo piuttosto che un altro.

La procedura indicata nel link riportato e' ovviamente complessa, se non impraticabile a causa della necessita' di strumenti ( sabbiatrici ), vasche ( inox da quasi un metro ), temperature costanti etc che mal si addicono ad un utente "normale".

Nel link pero' si spiega che tale procedura era quella seguita ai tempi della costruzione del fucile, ed in effetti l' effetto antiriflesso e' notevole.
Anche la resistenza agli agenti immagino che lo sia, perche' tali armi ( ex ordinanza appunto ) dovevano essere utilizzati in condizioni piu' che proibitive, per definizione.

Ora, sulla base di quali idee un produttore sceglie una procedura ( brunitura ) rispetto all' altra ( fosfatazione ) ?

Quale delle due puo' essere considerata piu' resistente ?

Pigi

Sono rientrato da poco, ci sentiamo domani....

Carissimo Amico,
anche in questo caso di 'analisi filosofica' esprimerò la mia opinione rispondendo ai tuoi due interrogativi.
1°) - I produttori di armi lunghe si differenziano in due categorie: armi per impiego militare od operativo ed armi per quello venatorio.
a - quelle militari ed operative devono avere meccaniche semplici con poche parti che non creino inceppamenti a causa dello sporco e protezione delle superfici metalliche molto efficaci affinchè in tempi lunghi non si formino ossidazioni;
b - nelle armi da caccia l'uso e la manutenzione sono prassi consueta.
Pertanto, in conclusione il produttore di fucili per impiego venatorio e/o tiro al volo adotterà finiture 'belle' che con una leggera passata d'olio le renderà lucento come nuove. Cosa diversa avverrà per quelle militari dove una semplicità costruttiva si abbina a finiture resistenti ma non, obbligatoriamente, esteticamente 'belle'.
2°) Il sistema della 'fosfatazione' risulta migliore all'usura e/o strofinamento ed era molto impiegato nelle armi militari, mentre nei casi di brunitura più o meno bella, normalmente, ci si riferisce alle armi da caccia.
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Re: Brunitura vs fosfatazione. ( analisi filosofica )

Messaggio da leggereda Pigi » sab 2 nov 2013, 22:43

Grazie mille, Bruno.

Come sempre chiaro e esaustivo.

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