Polveri, ricarica e oggetti del passato

In questa Sezione si tratteranno argomenti relativi alle Armi da Fuoco, ai Produttori, ed alla documentazione Storica e Tecnica.

Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » gio 15 mar 2018, 11:44

La M62 prodotta dalla Baschieri e Pellagri per Bruno Maionchi e figli di Lucca. A dire il vero avevo letto MG2 poi un articolo del noto esperto e autore di tante riviste Gianluca Garolini mi ha fatto notare l'erronea interpretazione e comunque c'è scritto in minuscolo sul lato delle indicazioni sul prodotto, dove qualcuno fa capire di aver utilizzato la confezione per altro propellente.
"M" dovrebbe stare per Maionchi e 62 si presume l'anno di produzione. Non ho idea di come si presenti.
Cordiali saluti m.p.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 10:37

Questa è la BP66, polvere alla nitrocellulosa derivata da residuati militari ridotti meccanicamente in scagliette di color nocciola, semidensa, vivace era impiegata nel caricamento di tipo economico.
Prodotta dalla Baschieri e Pellagri dal 1966 al 1968. ( da "Le Moderne Polveri da Caccia e Tiro", seconda ed. di Pierluigi Gallina).
La piccola quantità rimasta nelle confezione ci permette anche un esame visivo. La latta riporta la stessa scritta sui quattro lati e doveva essere destinata al caricamento industriale, a giudicare dalle indicazioni.
Cordiali saluti m.p.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » ven 16 mar 2018, 17:13

Che dirti Mario con le tue chicche stiamo rivisitando un periodo felice per i cacciatori con barba e capelli bianchi.
Con simpatia
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 19:48

Con queste latte del 2003, purtroppo vuote, finisce un'epoca dove tutto aveva il suo valore e non intendo economico. Ora le nostre polveri le troveremo in bottiglie per olio motore di pessima qualità, con tante cose scritte meno quelle necessarie all'utilizzo del prodotto.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 20:48

Durante la manutenzione ordinaria e periodica delle mie armi, inizio a ripercorrere i momenti belli passati con loro ma.... non sempre è stato così. Oggi era il turno della mia vecchia giustapposta marca P. Ruschetta calibro 16, ormai in grado di sparare solo cartucce leggere appositamente confezionate. Quando armo i cani provo una sensazione indescrivibile nel sentire quello scatto pulito della stanghetta che aggancia la noce ed è proprio di loro che voglio parlarvi. Ricordo una tiepida mattina di fine settembre, forse primi di ottobre, un po ventilata e abbastanza umida da permettere alla mia Leda, il bracco tedesco che mi avevano regalato, di rastrellare ogni palmo di terreno alla ricerca della pernice sarda. Ero incantato ad osservarla e interpretare i movimenti di quella diecina di centimetri di coda che le avevano lasciato, sempre in movimento alternato a fermi improvvisi come se volesse dire:"Attento, ci siamo". Improvvisamente, un fracasso causato da abbaiare di cani e urla umane, cattura la mia attenzione e voltatomi verso una casetta di campagna, abbastanza lontana, notai la sagoma di una persona agitatissima che gesticolando gridava parole in mia direzione che per la distanza e per l'arietta che soffiava sulle orecchie non riuscii a capire, ma era evidente che la mia presenza non era gradita. Finsi di ignorarlo e continuai a camminare nella direzione opposta alla sua ma non servì a nulla, anzi, lo vidi venire verso di me con due grossi cani al guinzaglio più inferociti di lui. Avrei voluto scappare via ma quella cosa chiamata orgoglio che a volte cambia il percorso della nostra vita, mi inchiodò li dov'ero e levai le numero sette per sostituirle con sfere molto più grosse. L'uomo, nel frattempo era arrivato fermandosi a circa cinquanta metri e gridò con rabbia: "Vattene, perché i miei cani vi sbranano". Senza pensarci due volte, alzai la mia doppietta e indicando la parte che vedete in immagine, risposi: "Non lasciarli perché i miei "cani" potrebbero ammazzare i tuoi."
Per un momento ci guardammo fissi negli occhi senza nemmeno una parola poi "grazie a Dio" tornò sui suoi passi e fra bestemmie e parolacce capii qualcosa che non potevo non condividere, era stanco di subire danni ai muretti ed alle recinzioni da parte di persone che purtroppo si reputano cacciatori ed ignaro del rispetto ed educazione che nutro verso il prossimo, mi vedeva come uno dei tanti associandomi alla causa dei suoi problemi. Nel frattempo avevo scaricato l'arma e messa in spalla mi avviai verso un cancelletto che era poco più avanti. Ricordo, aveva una cordicella che lo teneva chiuso, lo aprii, uscii e rimisi tutto com'era, poi prima di voltare le spalle, sentendomi osservato, alzai gli occhi verso quella casa lontana e vidi quell'uomo salutarmi. Anche io risposi alzando il braccio e andai via. Credo che anche lui abbia capito che gli uomini non siamo tutti uguali nemmeno quando vestiamo alla stessa maniera.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » ven 16 mar 2018, 22:07

mario pinna ha scritto:Durante la manutenzione ordinaria e periodica delle mie armi, inizio a ripercorrere i momenti belli passati con loro ma.... non sempre è stato così. Oggi era il turno della mia vecchia giustapposta marca P. Ruschetta calibro 16, ormai in grado di sparare solo cartucce leggere appositamente confezionate. Quando armo i cani provo una sensazione indescrivibile nel sentire quello scatto pulito della stanghetta che aggancia la noce ed è proprio di loro che voglio parlarvi. Ricordo una tiepida mattina di fine settembre, forse primi di ottobre, un po ventilata e abbastanza umida da permettere alla mia Leda, il bracco tedesco che mi avevano regalato, di rastrellare ogni palmo di terreno alla ricerca della pernice sarda. Ero incantato ad osservarla e interpretare i movimenti di quella diecina di centimetri di coda che le avevano lasciato, sempre in movimento alternato a fermi improvvisi come se volesse dire:"Attento, ci siamo". Improvvisamente, un fracasso causato da abbaiare di cani e urla umane, cattura la mia attenzione e voltatomi verso una casetta di campagna, abbastanza lontana, notai la sagoma di una persona agitatissima che gesticolando gridava parole in mia direzione che per la distanza e per l'arietta che soffiava sulle orecchie non riuscii a capire, ma era evidente che la mia presenza non era gradita. Finsi di ignorarlo e continuai a camminare nella direzione opposta alla sua ma non servì a nulla, anzi, lo vidi venire verso di me con due grossi cani al guinzaglio più inferociti di lui. Avrei voluto scappare via ma quella cosa chiamata orgoglio che a volte cambia il percorso della nostra vita, mi inchiodò li dov'ero e levai le numero sette per sostituirle con sfere molto più grosse. L'uomo, nel frattempo era arrivato fermandosi a circa cinquanta metri e gridò con rabbia: "Vattene, perché i miei cani vi sbranano". Senza pensarci due volte, alzai la mia doppietta e indicando la parte che vedete in immagine, risposi: "Non lasciarli perché i miei "cani" potrebbero ammazzare i tuoi."
Per un momento ci guardammo fissi negli occhi senza nemmeno una parola poi "grazie a Dio" tornò sui suoi passi e fra bestemmie e parolacce capii qualcosa che non potevo non condividere, era stanco di subire danni ai muretti ed alle recinzioni da parte di persone che purtroppo si reputano cacciatori ed ignaro del rispetto ed educazione che nutro verso il prossimo, mi vedeva come uno dei tanti associandomi alla causa dei suoi problemi. Nel frattempo avevo scaricato l'arma e messa in spalla mi avviai verso un cancelletto che era poco più avanti. Ricordo, aveva una cordicella che lo teneva chiuso, lo aprii, uscii e rimisi tutto com'era, poi prima di voltare le spalle, sentendomi osservato, alzai gli occhi verso quella casa lontana e vidi quell'uomo salutarmi. Anche io risposi alzando il braccio e andai via. Credo che anche lui abbia capito che gli uomini non siamo tutti uguali nemmeno quando vestiamo alla stessa maniera.


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Carissimo Mario, ho letto nel tuo post un bellissimo racconto con un epilogo umanamente straordinario: il rispetto.
Continua a raccontarci ed a mostrare quanto da te vissuto nella passione delle armi e della caccia.
Grazie!
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 22:36

Grazie maestro, di avventure ne abbiamo avute tante e tutti ma questa mi ha lasciato il segno. Al punto in cui ci guardammo fissi senza parlare, i nostri destini erano arrivati ad un bivio molto importante ed hanno scelto la ragione, quella virtù che spesso si perde nel nulla.
Ora, dopo questa breve pausa, arriveranno immagini, con descrizione, di oggetti dell'antico mondo venatorio, spero che altri utenti partecipino.
Cordiali saluti.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » sab 17 mar 2018, 9:22

Gentile Maro, leggendoti si evince ancora di più che sei un galantuomo vecchio stampo.
Con ammirazione
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » sab 17 mar 2018, 10:33

Grazie Piero, sempre molto gentile.
In queste immagini vedete i cappellozzi di cartucce per tiro ridotto, sono piccole munizioni a salve destinate ai moschetti Balilla. Si inserivano su apposite cartucce di dimensioni normali che al posto dell'innesco avevano sede questi minuscoli bossoletti e fungevano da riduttore di calibro.
La confezione è molto danneggiata, è datata 1927.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » sab 17 mar 2018, 10:56

Apparecchi d'innesco.
Nella prima foto si vedono gli inneschi DFC (doppia forza coperti) della seconda serie della Fiocchi, denominata "Fiamma s.u.r.). Si riconosce dalla prima serie perché riporta la scritta sur sotto la fiamma che ricorda l'emblema dei Carabinieri. La vernice arancione indica il 354 a potenza debole e la vernice bianca il 356 potenza forte. C'era anche vernice verde, il 355 a potenza media.
Sempre nella prima foto, sulla destra, due inneschi DFS della Leon Beaux di Milano, è denominato Vis Nox, come da dicitura, vernice blu scuro e potenza medio-alta.
La seconda foto mostra una serie di inneschi 6,45 fabbricati da case diverse, a 2, 3 e 5 fori. Esistono anche a 4 fori.
La terza foto mostra una confezione di DFS (doppia forza scoperti) della prima serie denominata G7 della Fiocchi. In questo caso abbiamo i 463, vernice trasparente e potenza media, ci sono stati anche i 359 vernice verde e potenza debole ed i 464 con vernice gialla e potenza forte.

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