Polveri, ricarica e oggetti del passato

In questa Sezione si tratteranno argomenti relativi alle Armi da Fuoco, ai Produttori, ed alla documentazione Storica e Tecnica.

Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » ven 9 mar 2018, 11:59

Bruno e Mario siete la foto dell'educazione del rispetto e dell'armonia. Che belle persone che siete.
Intanto posto una foto della mitica polvere DN ancora intonsa con il sigillo originale che chiude la lattina.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 9 mar 2018, 12:16

Ciao Piero riviviamo i bei momenti del passato. Grazie dei complimenti, anche Tu sei una persona gentile ed educata, insomma un cacciatore alla vecchia maniera.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » ven 9 mar 2018, 13:02

Grazzzzzzzzzzzzzzie Mario, troppo buono.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » sab 10 mar 2018, 11:48

Altre foto per gli Amici del Forum. Polvere SIEM, altro ottimo prodotto dello stabilimento di Avigliana. Calcaborre cal. 12 con dado e controdado per bloccare l'altezza, e dare uniformità alla colonna della borra e spessorini vari, prima dell'inserimento del piombo. Notare il n° del brevetto e la sigla della casa produttrice.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » sab 10 mar 2018, 16:13

Ciao Piero, la SIEM, a forma di ciambelline come la vecchia DN ma di colore tendente al rosso, venne prodotta dal 1926 al 1966 in tre diversi stabilimenti e periodi: Il primo fu in provincia di Massa Carrara, poi passò ad Avigliana ed infine a Orbetello dove cessò la produzione. Era una balistite attenuata col 30% di nitroglicerina. Molti usavano mischiare le due polveri, forse per la forma identica col risultato di ciambelle rosse e grigio ferro.

Sempre ad Avigliana, nel 1930, iniziava la produzione della famosa ed apprezzatissima SIDNA, le cui iniziali indicano appunto Soc. It. Dinamite Nobel Avigliana. Nel tempo ha subito modifiche ma ha mantenuto la qualità che l'ha resa famosa.
La confezione più grande è stata prodotta nel luogo d'origine, si vede che è più vecchia, anche le dosi iniziano a cambiare fra loro.
Cordiali saluti m.p.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mar 13 mar 2018, 14:39

Salve amici, la rassegna delle mie vecchie lattine è in dirittura d'arrivo. Oggi propongo la famosa G.P. della B&P, la cui produzione inizia nel 1940 con le iniziali di Gianni e Paolo, nipoti di Maria Baschieri.
Si presenta in piccole lamelle quadrangolari di colore giallo-verde ed è adatta a cariche dai 30 ai 34 grammi di pallini per caccia e 36 per tiro, col calibro 12. Negli anni ha subito cambiamenti e di conseguenza anche i dosaggi, questi sono riferiti a caricamenti e materiali d'altri tempi.
Ci tengo a far notare un particolare che mi ha sorpreso: Le etichette sembrano adesivi ma sono stampate sulla lattina.
Cordiali saluti m.p.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » mar 13 mar 2018, 16:25

Provo a destare la vostra fantasia con una polvere complessa da caricare, ma trovato l'equilibrio diventa insostituibile.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mer 14 mar 2018, 11:31

La svedese di fama mondiale, eccellente polvere monobasica completamente gelatinizzata. E' entrata nel mercato italiano nel 1947, nonostante la fabbricazione fosse iniziata molti anni prima.



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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mer 14 mar 2018, 11:40

La polvere D.A.J. (Dottor Achille Jacobuci) venne prodotta dall'omonima ditta a Cercola (NA) dal 1927, si presenta in bastoncelli color panna ed è scomparsa da molto tempo. Lo stabilimento è stato chiuso nel 1970.
Inneschi 6,45 a quattro fori dello stesso produttore, la confezione non ha bisogno di altre informazioni.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mer 14 mar 2018, 11:48

La famosa finlandese, la Kemira 33 (nell'immagine), la più progressiva della serie, destinata alle cariche magnum, si presenta in minuscoli cilindretti forati.
Negli anni 60 la ditta Toschi di Bologna ne intraprese l'importazione

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » gio 15 mar 2018, 11:44

La M62 prodotta dalla Baschieri e Pellagri per Bruno Maionchi e figli di Lucca. A dire il vero avevo letto MG2 poi un articolo del noto esperto e autore di tante riviste Gianluca Garolini mi ha fatto notare l'erronea interpretazione e comunque c'è scritto in minuscolo sul lato delle indicazioni sul prodotto, dove qualcuno fa capire di aver utilizzato la confezione per altro propellente.
"M" dovrebbe stare per Maionchi e 62 si presume l'anno di produzione. Non ho idea di come si presenti.
Cordiali saluti m.p.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 10:37

Questa è la BP66, polvere alla nitrocellulosa derivata da residuati militari ridotti meccanicamente in scagliette di color nocciola, semidensa, vivace era impiegata nel caricamento di tipo economico.
Prodotta dalla Baschieri e Pellagri dal 1966 al 1968. ( da "Le Moderne Polveri da Caccia e Tiro", seconda ed. di Pierluigi Gallina).
La piccola quantità rimasta nelle confezione ci permette anche un esame visivo. La latta riporta la stessa scritta sui quattro lati e doveva essere destinata al caricamento industriale, a giudicare dalle indicazioni.
Cordiali saluti m.p.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » ven 16 mar 2018, 17:13

Che dirti Mario con le tue chicche stiamo rivisitando un periodo felice per i cacciatori con barba e capelli bianchi.
Con simpatia
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 19:48

Con queste latte del 2003, purtroppo vuote, finisce un'epoca dove tutto aveva il suo valore e non intendo economico. Ora le nostre polveri le troveremo in bottiglie per olio motore di pessima qualità, con tante cose scritte meno quelle necessarie all'utilizzo del prodotto.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 20:48

Durante la manutenzione ordinaria e periodica delle mie armi, inizio a ripercorrere i momenti belli passati con loro ma.... non sempre è stato così. Oggi era il turno della mia vecchia giustapposta marca P. Ruschetta calibro 16, ormai in grado di sparare solo cartucce leggere appositamente confezionate. Quando armo i cani provo una sensazione indescrivibile nel sentire quello scatto pulito della stanghetta che aggancia la noce ed è proprio di loro che voglio parlarvi. Ricordo una tiepida mattina di fine settembre, forse primi di ottobre, un po ventilata e abbastanza umida da permettere alla mia Leda, il bracco tedesco che mi avevano regalato, di rastrellare ogni palmo di terreno alla ricerca della pernice sarda. Ero incantato ad osservarla e interpretare i movimenti di quella diecina di centimetri di coda che le avevano lasciato, sempre in movimento alternato a fermi improvvisi come se volesse dire:"Attento, ci siamo". Improvvisamente, un fracasso causato da abbaiare di cani e urla umane, cattura la mia attenzione e voltatomi verso una casetta di campagna, abbastanza lontana, notai la sagoma di una persona agitatissima che gesticolando gridava parole in mia direzione che per la distanza e per l'arietta che soffiava sulle orecchie non riuscii a capire, ma era evidente che la mia presenza non era gradita. Finsi di ignorarlo e continuai a camminare nella direzione opposta alla sua ma non servì a nulla, anzi, lo vidi venire verso di me con due grossi cani al guinzaglio più inferociti di lui. Avrei voluto scappare via ma quella cosa chiamata orgoglio che a volte cambia il percorso della nostra vita, mi inchiodò li dov'ero e levai le numero sette per sostituirle con sfere molto più grosse. L'uomo, nel frattempo era arrivato fermandosi a circa cinquanta metri e gridò con rabbia: "Vattene, perché i miei cani vi sbranano". Senza pensarci due volte, alzai la mia doppietta e indicando la parte che vedete in immagine, risposi: "Non lasciarli perché i miei "cani" potrebbero ammazzare i tuoi."
Per un momento ci guardammo fissi negli occhi senza nemmeno una parola poi "grazie a Dio" tornò sui suoi passi e fra bestemmie e parolacce capii qualcosa che non potevo non condividere, era stanco di subire danni ai muretti ed alle recinzioni da parte di persone che purtroppo si reputano cacciatori ed ignaro del rispetto ed educazione che nutro verso il prossimo, mi vedeva come uno dei tanti associandomi alla causa dei suoi problemi. Nel frattempo avevo scaricato l'arma e messa in spalla mi avviai verso un cancelletto che era poco più avanti. Ricordo, aveva una cordicella che lo teneva chiuso, lo aprii, uscii e rimisi tutto com'era, poi prima di voltare le spalle, sentendomi osservato, alzai gli occhi verso quella casa lontana e vidi quell'uomo salutarmi. Anche io risposi alzando il braccio e andai via. Credo che anche lui abbia capito che gli uomini non siamo tutti uguali nemmeno quando vestiamo alla stessa maniera.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda Bruno Biscuso » ven 16 mar 2018, 22:07

mario pinna ha scritto:Durante la manutenzione ordinaria e periodica delle mie armi, inizio a ripercorrere i momenti belli passati con loro ma.... non sempre è stato così. Oggi era il turno della mia vecchia giustapposta marca P. Ruschetta calibro 16, ormai in grado di sparare solo cartucce leggere appositamente confezionate. Quando armo i cani provo una sensazione indescrivibile nel sentire quello scatto pulito della stanghetta che aggancia la noce ed è proprio di loro che voglio parlarvi. Ricordo una tiepida mattina di fine settembre, forse primi di ottobre, un po ventilata e abbastanza umida da permettere alla mia Leda, il bracco tedesco che mi avevano regalato, di rastrellare ogni palmo di terreno alla ricerca della pernice sarda. Ero incantato ad osservarla e interpretare i movimenti di quella diecina di centimetri di coda che le avevano lasciato, sempre in movimento alternato a fermi improvvisi come se volesse dire:"Attento, ci siamo". Improvvisamente, un fracasso causato da abbaiare di cani e urla umane, cattura la mia attenzione e voltatomi verso una casetta di campagna, abbastanza lontana, notai la sagoma di una persona agitatissima che gesticolando gridava parole in mia direzione che per la distanza e per l'arietta che soffiava sulle orecchie non riuscii a capire, ma era evidente che la mia presenza non era gradita. Finsi di ignorarlo e continuai a camminare nella direzione opposta alla sua ma non servì a nulla, anzi, lo vidi venire verso di me con due grossi cani al guinzaglio più inferociti di lui. Avrei voluto scappare via ma quella cosa chiamata orgoglio che a volte cambia il percorso della nostra vita, mi inchiodò li dov'ero e levai le numero sette per sostituirle con sfere molto più grosse. L'uomo, nel frattempo era arrivato fermandosi a circa cinquanta metri e gridò con rabbia: "Vattene, perché i miei cani vi sbranano". Senza pensarci due volte, alzai la mia doppietta e indicando la parte che vedete in immagine, risposi: "Non lasciarli perché i miei "cani" potrebbero ammazzare i tuoi."
Per un momento ci guardammo fissi negli occhi senza nemmeno una parola poi "grazie a Dio" tornò sui suoi passi e fra bestemmie e parolacce capii qualcosa che non potevo non condividere, era stanco di subire danni ai muretti ed alle recinzioni da parte di persone che purtroppo si reputano cacciatori ed ignaro del rispetto ed educazione che nutro verso il prossimo, mi vedeva come uno dei tanti associandomi alla causa dei suoi problemi. Nel frattempo avevo scaricato l'arma e messa in spalla mi avviai verso un cancelletto che era poco più avanti. Ricordo, aveva una cordicella che lo teneva chiuso, lo aprii, uscii e rimisi tutto com'era, poi prima di voltare le spalle, sentendomi osservato, alzai gli occhi verso quella casa lontana e vidi quell'uomo salutarmi. Anche io risposi alzando il braccio e andai via. Credo che anche lui abbia capito che gli uomini non siamo tutti uguali nemmeno quando vestiamo alla stessa maniera.


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Carissimo Mario, ho letto nel tuo post un bellissimo racconto con un epilogo umanamente straordinario: il rispetto.
Continua a raccontarci ed a mostrare quanto da te vissuto nella passione delle armi e della caccia.
Grazie!
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 16 mar 2018, 22:36

Grazie maestro, di avventure ne abbiamo avute tante e tutti ma questa mi ha lasciato il segno. Al punto in cui ci guardammo fissi senza parlare, i nostri destini erano arrivati ad un bivio molto importante ed hanno scelto la ragione, quella virtù che spesso si perde nel nulla.
Ora, dopo questa breve pausa, arriveranno immagini, con descrizione, di oggetti dell'antico mondo venatorio, spero che altri utenti partecipino.
Cordiali saluti.
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » sab 17 mar 2018, 9:22

Gentile Maro, leggendoti si evince ancora di più che sei un galantuomo vecchio stampo.
Con ammirazione
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » sab 17 mar 2018, 10:33

Grazie Piero, sempre molto gentile.
In queste immagini vedete i cappellozzi di cartucce per tiro ridotto, sono piccole munizioni a salve destinate ai moschetti Balilla. Si inserivano su apposite cartucce di dimensioni normali che al posto dell'innesco avevano sede questi minuscoli bossoletti e fungevano da riduttore di calibro.
La confezione è molto danneggiata, è datata 1927.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » sab 17 mar 2018, 10:56

Apparecchi d'innesco.
Nella prima foto si vedono gli inneschi DFC (doppia forza coperti) della seconda serie della Fiocchi, denominata "Fiamma s.u.r.). Si riconosce dalla prima serie perché riporta la scritta sur sotto la fiamma che ricorda l'emblema dei Carabinieri. La vernice arancione indica il 354 a potenza debole e la vernice bianca il 356 potenza forte. C'era anche vernice verde, il 355 a potenza media.
Sempre nella prima foto, sulla destra, due inneschi DFS della Leon Beaux di Milano, è denominato Vis Nox, come da dicitura, vernice blu scuro e potenza medio-alta.
La seconda foto mostra una serie di inneschi 6,45 fabbricati da case diverse, a 2, 3 e 5 fori. Esistono anche a 4 fori.
La terza foto mostra una confezione di DFS (doppia forza scoperti) della prima serie denominata G7 della Fiocchi. In questo caso abbiamo i 463, vernice trasparente e potenza media, ci sono stati anche i 359 vernice verde e potenza debole ed i 464 con vernice gialla e potenza forte.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » dom 18 mar 2018, 9:57

Una foto di gruppo che purtroppo come in molte famiglie mancano i nonni ed in questo caso sono ben visibili gli assenti.
I calibri nominali medi corrispondono alle seguenti misure:
Con due decimi di mm in +/- ed in alcuni casi anche di più. Ho letto da qualche parte di forature di 18,8 nel cal. 12. Mai viste.

Calibro--4= 23,55 mm
" -------- 8= 21,00 "
" --------10= 19,50 "
" --------12= 18,30 "
" --------14= 17,40 "
" --------16= 17,00 "
" --------20= 15,80 "
" --------24= 14,90 "
" --------28= 14,20 "
" --------32= 12,95 "
" --------36= 10,60 "

Per mantenere la colonna messo gli zeri dopo la virgola

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » dom 18 mar 2018, 10:30

Ho caricato per anni bossoli raccolti nei campi di tiro e grazie a questi strumenti indispensabili ho chiuso tondo e stellare come se fossero nuovi.
Il rigeneratore, come si può vedere, si attacca ad una spina elettrica ed una resistenza scalda la parte destra, poi il bossolo deve passare subito alla sinistra, per essere raffreddato. E' uno strumento di difficile reperibilità ma di facile realizzazione: Da un tornitore di fanno fare i due cilindri di opportuna misura, con punta conica, per il calibro desiderato, in alluminio perché diffonde il calore uniformemente, si bloccano su di un supporto e su uno di essi si pratica un foro posteriore dove inserire la punta di uno di quei saldatori per stagno. Un termostato ed un interruttore completerebbero l'opera.
Poi il calibratore leva e metti capsule e l'altro a ginocchiera con i vari accessori, in immagine il cal. 12 inserito ed il cal. 28 in mostra.


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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » lun 19 mar 2018, 11:19

Nella prima immagine una stazione multipla di caricamento dove realizzare le cartucce autentiche del passato, completa di rifila bossoli, calibratore, leva-metti capsule e orlatore.
Quando la uso, come in questo caso, gli elementi devono essere originali, a partire dal bossolo di cartone con il buscione dello stesso materiale, innesco U57 ( della Martignoni, U sta per unifocale) la polvere a "ciambelline" nella dose indicata in confezione, cartoncino robusto sovrapolvere, borra Gabel, spessore in sughero, pallini Montevecchio (noti anche per il loro maggiore peso specifico), cartoncino leggero numerato e orlo tondo a becco di civetta. Dopo lo sparo, il bossolo ha quel caratteristico profumo che manca ai materiali moderni.
La borra Gabel, credo di fabbricazione francese, è eccellente e superiore nella tenuta dei gas, impedendo di raggiungere i pallini col rischio, nei più piccoli, di fusione con conseguenti pericolosi grappoli (formazione di alcuni pallini saldati fra loro), la sua forma a fisarmonica, sotto compressione si allarga adattandosi ad ogni tipo di foratura. E' costituita, come si può vedere, da un tubo con diverse pieghe (in base all'altezza) ed all'interno granulato di sughero compresso e tenuto da due cartoncini chiusi a orlo tondo. Le misure sono: mm 12,5- 15,5 e 17,5.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mar 20 mar 2018, 10:28

Orlatore manuale con puleggia a gola da 13 cm di diametro per cinghia di collegamento con eventuale motore. L'accortezza delle opere di altri tempi, anche i fori per oliare i perni in movimento.
Il braccio che spinge la contro bobina è suo, ma devono averlo riverniciato ed in alcuni punti si vede il trattamento originale.
Sullo sfondo si intravede la rosa di una cartuccia calibro .22 a pallini n.12.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » mar 20 mar 2018, 10:34

Altri tempi caro Mario, quello che veniva costruito doveva durare per sempre, oggi si pensa solo al profitto.
Con Amicizia
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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » mer 21 mar 2018, 11:15

Caro Piero, duravano anche perché venivano usati con cura e conservati gelosamente, il consumismo ancora non lo avevano inventato.
In questa immagine, in alto a sinistra si vede un leva-metti capsule tradizionale ed altri due un po meno comuni in legno per cal. 16 e 20. Spostandoci a destra si notano due calibratori manuali in calibro 16 e 12 e vicino un'altro detto a campana, tutto in metallo con calibro intercambiabile mentre coperchio e campana restano gli stessi. In basso a sinistra quattro orlatori manuali, cal. 12- 28 e 36. Al centro i famosi misurini siciliani a forma di brocca,con regolazione di volume per i pallini più altri due normali per la polvere ed uno con regolazione. In basso verso destra troviamo l'estrattore manuale, indispensabile per bossoli che si gonfiavano allo sparo o lo erano già, mentre l'altro lato estraeva il tubo che per il troppo utilizzo dei bossoli in cartone si staccava dal fondello. Infine il rilevatore di calibro, in questo caso il 12, ha diametro di 20,5 mm e veniva utilizzato alla ricerca di cartucce o bossoli gonfi, se passavano li entravano tranquillamente in camera, dopo lo sparo non passano se prima non vengono ricalibrati.
Curiosità: Anticamente si usava portare le dosi di polvere nera in astucci ricavati dal legno di bosso, una pianta cespugliosa sempre verde, da qui ha origine la parola bossolo cioè contenitore della carica di lancio. Per gli inglesi case, appunto astuccio.
Nei primi approcci con la retrocarica si preparavano degli involucri contenenti la polvere ed il proiettile pronti per essere usati, erano chiamati "cartocci", oggi i contenitori (bossoli) con la carica di lancio si chiamano cartucce.
Cordiali saluti m.p.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » gio 22 mar 2018, 10:12

Una serie di calcaborre e fustelle per lo stampaggio dei cartoncini bianchi o trasparenti per tutti i calibri, compresi i più piccoli, come si può notare nell'immagine, i cui dettagli si trovano nella sezione "bossoli calibro 9 Flobert".

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 23 mar 2018, 6:37

La pressa manuale "ESSA" originale di fabbricazione spagnola, unica per la perfezione dell'impronta stellare, regolabile in tutte le altezze. lascia la cartuccia finita, pronta allo sparo e solo per un fattore estetico può essere ripassata con la bobina orlatrice.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda mario pinna » ven 23 mar 2018, 10:40

Questa strana cartuccia azzurra con innesco 6,45 ha due funzioni: scaricare i cani ed al contempo lubrificare le canne perché lo sparo nebulizza una piccola quantità di olio contenuto nel bossolo. Non so se sia riutilizzabile, sembrerebbe così dallo spazio per inserire un cacciavite. Molto probabilmente esistevano dei ricambi ma ne ho solo una e non ho provato ad estrarre la parte scura che alloggia la capsula.

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Re: Polveri, ricarica e oggetti del passato

Messaggio da leggereda piero » ven 23 mar 2018, 11:13

Mai vista una soluzione così ingegnosa. Grande Mario, grazie a te allargo le mie "conoscenze" .
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