Dinamite ha scritto:Bruno, essendo del 1964 mi sembra strano abbiano rifatto le canne. Oppure le hanno rifatte in quell' anno e la doppietta era in realta' piu' vecchia. Personalmente lo vedo come un vantaggio dal punto di vista della sicurezza ed utilizzabilita'.
A dire la verita' la bascula, a parte le incisioni approssimative, mi sembra identica a qualche doppietta Faverzani che ho visto in giro. Se l' armaiolo in questione era ancora meno noto avra' comprato la bascula da Faverzani (e questo spiegherebbe anche quel numero di matricola relativamente grande) e l' ha solo assemblata e rifinita senza metterci la firma. Un po' come si fa anche oggi per le doppiette bresciane, alcune anche costosette, che hanno tutte la stessa bascula base fatta da uno ma con rifiniture e firme diverse.
Comunque, doppiette simili in buone condizioni che mi sono capitate per le mani, nonostante potessero sembrare grezze in alcuni dettagli erano incredibilmente solide. Avendo il rampone anteriore passante, la testa di bambola fatta in maniera decente, piu' i rinforzi ai lati dei seni potrebbe essere uno di quei casi. Veramente si aprivano e chiudevano in maniera dolce e netta, senza alcun gioco. Poi penso che l' impressione di lavoro approssimativo, guardando l' interno della bascula, sia piu' probabilmente usura dato che la qualita' base degli acciai prima era piu' bassa di oggi. Ma questo tuttavia non ne pregiudica la funzionalita'.
Da quanto ho potuto vedere dalle foto le canne sembrano solo ribrunite, non ho detto rifatte.
Dubito che un artigiano possa utilizzare la matricola di un altro produttore, in genere all'epoca si acquistavano le 'serie' in bianco da un artigiano più grande per poi punzonarle e finirle col proprio nome. Anche oggi, nel piccolo, accade la stessa cosa con la Sabatti che fornisce le serie e molti artigiani le finiscono con vari gradi di qualità.
Meglio che sia cos'ì, piuttosto che avere una moltitudine di meccaniche che un domani saranno irreperibili i ricambi così come accadeva negli anni '50- '60.
Per quanto riguarda le chiusure, anzi l'apertura delle doppiette italiane meglio lasciar perdere, il confronto con le inglesi non è neppure lontanamente immaginabile. Lo hai detto in precedenza, quando apri una doppietta inglese le canne 'cadono' per consentire un adeguato ricambio della cartuccia, mentre in quelle italiane quando si apre queste tendono a richiudersi rendendo difficoltoso il ricaricamento.
E' una questione di posizionamento dei fulcri, ma sarebbe troppo lungo descriverne per me le peculiarità.