da Picus Viridis » mar 17 apr 2012, 10:27
Mi scuso per il ritardo, ma ho dovuto riconsultare le mie fonti.... inoltre dovrò anche andare un poco a memoria (ma la senilità incombe...), tentando di essere il più sintetico possibile.
Preciso subito che un'ampia documentazione della questione viene sviscerata nell'ottimo testo del Preda, del quale abbiamo già parlato nella “stanza” dedicata ai libri...
Tra i secoli XIX e XX i gunmakers albionici erano ossessionati dalla snellezza delle linee delle loro armi, sidelock in primis.
Essi cercavano pertanto di snellire al massimo le loro doppiette, tentando di trovare soluzioni di chiusura sempre meno ingombranti, pur mantenendo la loro efficacia e sicurezza
La famosa Purdey & Sons, dopo varie soluzioni di chiusura, arrivò nel 1863 al suo famoso “brevetto 1104” la cosiddetta “duplice Purdey”, che ancora oggi – in virtù del miglioramento dei materiali - risulta utilizzatissima, soprattutto nelle produzioni fini.
Essa rappresentava (classico esempio di “uovo di Colombo”) la chiusura a 2 ramponi più perno e catenaccio
Ma dei 2 ramponi, solamente il primo svolge la doppia funzione di perno di rotazione delle canne e di contrasto alla forza assiale di distaccamento della culatta dal piano delle canne.
Il secondo rampone, proprio perché il suo inserto nella piaga della bascula presenta una larghissima tolleranza e non avendo pertanto effettivi punti di contatto, potrebbe (ad estremo paradosso) addirittura essere eliminato!!
La sua principale funzione risulta essere pertanto l'alloggio del traversino del catenaccio
Tale incongruenza poteva essere in parte giustificata dalla ricercata snellezza ma anche dal fatto che i fucili degli Sportsmen britannici avevano una vita tutt'altro che faticosa, considerando i colpi sparati nei pochi “drive” annuali e soprattutto tenendo presente che molto spesso tali armi avevano una “gemella” che si accollava più o meno la metà del totale dei colpi annui
Questo è uno dei motivi per cui i fucili d'oltremanica brillavano per qualità estetiche e strutturali, ma erano nel contempo abbastanza lacunosi nella qualità delle chiusure.
Nel continente invece il problema era opposto e, soprattutto in Italia, si sentiva la necessità di fucili dalla robustezza assoluta, da usare e maltrattare e magari tramandare a figli e nipoti.
Pertanto ebbero un notevole successo, tra le armi di basso costo, le triplici chiusure tipo “Greener” con il chiavistello superiore e si ebbe addirittura la nascita della “quadruplice Varriale” (!!)
La scuola romagnola trovò la soluzione alternativa proprio nel triplice giro di compasso ideato dagli Zanotti: in pratica si trattava della classica duplice Purdey, che differiva sostanzialmente per un maggiore sviluppo del secondo rampone, il quale andava a “lavorare” maggiormente nella piaga di bascula.
Tale soluzione necessitava però di bascule lunghe per ospitarlo: il sistema garantiva un'eccellente solidità e durata, a scapito però della snellezza: le bascule dovevano essere ovviamente ingrandite appesantendo le armi; ecco il motivo delle bascule lunghe (56mm) classiche della scuola romagnola.
Il successo arrivò soprattutto con le armi da pedana (settore nel quale le “romagnole” andavano per la maggiore), per le quali il peso era una variabile secondaria, mentre per l'uso venatorio risultavano leggermente sovradimensionate ma potevano essere comunque utilizzate senza problemi... anzi...
Oggi la chiusura a triplo giro di compasso risulta essere ancora tra quelle maggiormente utilizzate tra i maggiori produttori di basculanti fini, italici ed europei.
Iterum rudit Leo...