Ho avuto la fortuna di essere iniziato all'arte venatoria dal 48AL in cal.20 di mio padre che ho usato ininterrottamente fino ai miei 27 anni, con grandissime soddisfazioni, fino alla sua mai troppo rimpianta cessione per usura del freno.
Fu da me sostituito dal più moderno A303, sempre in cal.20, che mi ha dato tante soddisfazioni venatorie, ma che non è mai riuscito a trasmettermi il classico “colpo di fulmine”
Il piacere delle masse in movimento del vecchio, avito 48AL (che non mi recavano alcun fastidio) è qualcosa che può capire solo chi lo ha vissuto sulla propria pelle sin dalle radici.
Alla sua nascita il 48AL (in virtù dell'allora futuristica lega in alluminio, oggi tanto in voga) rappresentò da subito una specie di “alieno sceso sulla terra”, nonostante la facilmente evidenziabile scopiazzatura dal vecchio Auto5 di Mr. Moses Browning, soprattutto per la sua leggerezza che non ne limitava la proverbiale robustezza: quanti scarponi ho consumato trasportandolo senza problemi sulle vette dei Sibillini, pronto ad esplodere quelle 7/8 fucilate a stagione (o anche meno), magari nei momenti meno prevedibili...
Addirittura mi risulta essere l'unico rinculante ancora in produzione nel mondo, persino nel cal.28, dalla Franchi odierna (leggasi Beretta), in barba ai più efficaci, moderni e performanti sistemi di ripetizione, a conferma di tutto quanto ci fosse di buono già in quell'epoca remota e che il cacciatore/tiratore non dimentica...
Armi “proletarie” i L.R., ma che a mio parere posseggono una dignità, un romanticismo ed un anima del tutto sconosciuto ai moderni, polimerici, ultraperfetti apparati di distruzione di massa, efficacissimi e letali ma, purtroppo, anonimi ed asettici...
Inoltre segnano un'epoca d'oro, ormai perduta (escludendo forse i Cosmi di Torrette), della migliore tradizione artigianale ed industriale dell'ex Bel Paese...
Anche se in ritardo, ancora complimenti per i Tuoi "catenacci": non cambiarli MAI con nessun altro fucile moderno...