Picus Viridis ha scritto:Ho notato che da qualche tempo imperversa, tra gli italici Nembrod, la “moda” della riduzione nei calibri utilizzati a caccia: in alcuni tipi di cacce si potrebbe anche trovarne un motivo logico, ma non è questo il motivo della mia questione
Mi sento in parte complice del misfatto, utilizzando da sempre il cal.20 spesso alternato, negli ultimi 10 anni, al cal.28.
Quello che però non riesco a deglutire e comprendere sono alcuni veri e propri “paradossi balistici”
Se dal cal.12 passo al cal.20 nelle cacce col cane da ferma, il probabile motivo potrebbe essere un progressivo alleggerimento dei pesi trasportati unitamente alla voglia di mettere in gioco le personali qualità tiravolistiche.
Oppure potrebbe subentrare una vera e propria motivazione sportiva, tesa ad assegnare alla preda alcuni palesi vantaggi, quali la riduzione del numero di proiettili scagliati, la minore gittata utile e, talvolta, la riduzione del numero di colpi.
Arriviamo quindi al nocciolo della mia questione: se, per i sopracitati motivi, voglio utilizzare un cal.28, perché poi violentare e snaturare tale calibro (usando, con successo, i moderni componenti) per arrivare a scagliare cariche fino a 28/30 grammi (carica media del cal.16)???
Oppure utilizzare il 20 sparando cartucce da 40 grammi (carica semimagnum del 12)??
Mi sembrano veri e propri paradossi balistici, dettati forse unicamente dal dio Mercato, come di consueto filone trendy di origine stars&stripes (ovviamente), nonché - a mio modestissimo parere - motivo e causa dell'estinzione italica dei meravigliosi calibri 16/24/32, oggi erroneamente ribattezzati “intermedi”
L'unico motivo logico che ho trovato finora e che mi può parzialmente giustificare tali paradossi, sono alcune “silenziate” domestiche da 20 grammi (!!!) in cal.410 che - per esempio - un mio amico ha conosciuto in Umbria e che usa con grande successo nel tiro da fermo.
Egli però possiede e cura dei meravigliosi cantori da verso che utilizza nel folto e pertanto, usando tali munizioni “subsound”, infastidisce molto meno del normale sia i predetti delicati cantori e sia le potenziali, sospettosissime prede: chi cura cantori simili può capire perfettamente quanto sia difficile e delicato il loro mantenimento
Personalmente uso il mio cal.28, con dosi standard da 17/18 grammi e (raramente) cariche massime di 20/21 grammi (dose media del 24), con discreto successo anche nel tiro a volo, mentre nel 20 uso cariche domestiche da 22 a 25 grammi, mentre le dosi oggi considerate medie (28 grammi) rimangono per me comunque corazzate; sui colombacci dal palco mi permetto rarissime volte di “sforare” al massimo fino ai solidi 30 grammi che, credetemi, entro il tiro normale fanno miracoli anche su tali resistentissimi selvatici.
Se voglio sparare 28 grammi di piombo, dovrei usare il 16 e non il 28; così come se voglio tirare 20/21 grammi sarebbe preferibile il cal.24 anzichè il 36 oppure il 410 che dir si voglia... altrimenti perché farlo???
Resto comunque in attesa di acquisire ulteriori, plausibili motivazioni...
Ettore Sabbadini ha scritto:Caro Picus non c'è molto da aggiungere, ma non credo che ci sarà grande diffusione dei piccoli calibri. Qui da me, prevalente la caccia alla stanziale, non se ne vedono e tra MN e BS ne girano di fucili! già è molto raro il "20" ma i pochi che lo usano sparano dai 28g in su!! Certo i capannisti usano calibri specifici ma tutto si ferma lì; i piccoli calibri sono indirizzati a mercati di nicchia, sono curati e rifiniti meglio dello standard, più costosi ma d'uso limitato. A proposito..domanda delle cento pistole: avete idea di quanto possa essere più costoso costruire un bel 28 o 410 ripsetto ad un bel 12?? Io non ne ho idea mi piacerebbe saperne un pò di più.
Buonaserata a tutti, ciao Ettore
porconero ha scritto:De gustibus non est disputandum......e i telefonini all ultimo grido e la macchina all ultima moda.....io giro con un catorcio che va dove vanno gli altri ,anzi forse osando di più, ho un telefono che ha la funzione di accettare e fare telefonate e credo sia questa la sua funzione,caccio da capanno con piccoli e tradizionali calibri o a vagante con il 12 utilizzando le opportune cartucce.....ritengo il 20 nel suo naturale caricamento un possibile tuttacaccia dovendo per costrizione scegliere un unico calibro.....un signore mi insegno che ogni giorno nasce un cucco beato chi lo cucca, credo sia una possibile risposta al tuo quesito.....se poi vuoi trattare di intelligenza umana ,allora come suggerito dal sommo poeta ...lascia la speranza
Maurizio_hunter ha scritto:E' successo che lo scorso 25 gennaio ho avuto un "incidente" a caccia. In pratica mentre ero nel bosco in cerca di beccacce mi si è infilato uno spino nell' occhio che è arrivato fino alla retina. Penserete: "e al popolo ?" Vi spiego subito. In seguito a questo problema, dato che i medici si sono accorti dello spino solo al momento in cui mi hanno operato per il distacco della retina (a un mese dall' incidente), la retina ha sofferto, per il trauma, per il distacco, per lo spino ecc per cui potrebbe essere necessario tutelarla anche dagli stress derivanti dal rinculo.
Vengo al punto. Se si dovesse verificare questa necessità voi che avete esperienza ritenete che il rinculo di questi piccoli calibri sia meno problematico rispetto al calibro maggiore ?
Scusate se ho fatto una domanda stupida ma ho sempre cacciato col calibro 12.
Grazie in anticipo, Maurizio
Maurizio_hunter ha scritto:Buon pomeriggio Bruno e grazie per la risposta.
Ho in rastrelliera due cal. 16, la prima è una Gitti che ho usato solo alla lepre dato che ha le canne da 76 */** e sempre con cartucce Rottweil. L' altra ha la camera da 65, è una doppietta datata che come me difficilmente sopporterebbe cariche impegnative. Pensi che con cariche ridotte, intendo sui 24/25 grammi, potrei avere gli stessi benefici utilizzando questo calibro ?
Un saluto, Maurizio
Array